L'incontro tra i buyer americani e le aziende italiane e' stato estremamente proficuo perché ha permesso di porre le basi per instaurare rapporti commerciali di distribuzione negli Stati Uniti a ridosso del Fancy Food che si terra' a New York a fine Giugno

Le specialita' alimentari rappresentate andavano dai biscotti, alla pasta, al formaggio, vino, olio, condimenti, pizze pronte surgelate, succhi di frutta, conserve di pomodoro, dolci, pane Carasau della Sardegna, taralli, pane confezionato, preparati da forno surgelati e paste tipiche della Puglia
 


All'incontro con le aziende italiane di prodotti alimentari hanno partecipato buyer di piccole catene di distribuzione di alimentari in America come pure distributori americani specializzati nella vendita di prodotti alimentari in tutti gli Stati Uniti.  Il valore dell'incontro e' consistito nell'aver realizzato una serie di contatti diretti tra le aziende ed i buyer americani. Tutte le dieci aziende partecipanti all'incontro hanno avuto la possibilità di incontrare i sette buyer della distribuzione americana e di presentare i loro prodotti, i listini prezzo e di rispondere alle numerose domande che sono state poste dai buyer. 

Come e' stato più volte ribadito dai buyer presenti, il rapporto commerciale per vendere negli Stati Uniti d'America e' soprattutto una questione di relazione. L'enfasi non va posta sul prezzo e l'obiettivo del primo incontro non può essere quello di chiudere l'ordine. Per avere successo negli Stati Uniti l'obiettivo deve esseree quello di costruire una relazione con i buyer e con la distribuzione.

Parlando con i diversi distributori americani presenti all'incontro questo aspetto della distribuzione commerciale negli Stati Uniti e' stato stressato più e più volte. I distributori devono sentire di potersi fidare dei produttori perché inserire e vendere una linea di specialità alimentari nei supermercati in America e' un lavoro che richiede pazienza e prende tranquillamente anche un anno di lavoro da parte del distributore.

E' quindi importante che l'azienda produttrice sia consapevole delle tempistiche necessarie e del lavoro cui e' chiamato il distributore che tipicamente si trova a dover trattare con catene di supermercati in ogni parte degli Stati Uniti ciascuna con i propri piani di vendita da programmare e ciascuna già con i propri fornitori più o meno consolidati. E' a queste catene che i distributori propongono le nuove specialità alimentari ponendo l'accento sulla novità del prodotto.

In questo senso il timing l'incontro tra le aziende italiane ed i buyer americani e' stato perfetto: a partire dalla prossima settimana ExportUSA effettuerà un follow up con tutti i distributori e a margine del Fancy Food di New York, così come avvenuto per il Cibus di Parma, i produttori italiani avranno modo di incontrare nuovamente i buyer per approfondire il rapporto commerciale per la vendita dei loro prodotti alimentari negli Stati Uniti.

Durante l'incontro, le aziende hanno avuto modo di incontrare anche uno dei rabbini italiani autorizzati alla certificazione Kosher. Ricordiamo che l'evento era finalizzato alla vendita di specialità alimentari italiane nel circuito della distribuzione Kosher negli Stati Uniti. Come menzionato in altre pagine di questo sito, il consumo di prodotti alimentari a certificazione Kosher in America sta crescendo ad un tasso doppio della media. I prodotti Kosher ormai non sono più solo appannaggio della comunità su stretta osservanza ebraica e stanno gradualmente diffondendosi anche nella distribuzione tradizionale.

Uno spunto interessante e' stato quello relativo alla certificazione Kosher del vino che e' emerso essere molto meno complicata di quanto si possa assumere e, di conseguenza, alla portata operativa e finanziaria anche di produttori di medie dimensioni.

L'approccio dell'incontro con la distribuzione americana e' stato di taglio prettamente commerciale: i prodotti non dovevano necessariamente essere già certificati Kosher dovendo la certificazione essere eseguita solo in seguito alla chiusura di ordini commerciali da parte dei buyer americani.

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