Effetto "Trump" su investimenti dazi e visti per gli Stati Uniti

I probabili effetti del nuovo corso della politica americana sull'economia e le relazioni internazionali ed il loro impatto sulle aziende italiane che stanno pianificando di esportare negli Stati Uniti


Donald Trump è diventato il 45esimo Presidente degli Stati Uniti in una delle più controverse elezioni della storia americana. I colpi di scena durante i mesi di campagna elettorale certo non sono mancati, i colpi bassi scambiati tra i due candidati neppure: insulti a sfondo razziale, battute discriminatorie, hackeraggio di influenza russa, indagini della FBI, utilizzo di propaganda dai toni violenti, teorie di manipolazione del voto con algoritmi pilotati sui Social Media per finire con il tentativo di riconteggio e proteste post-elezione.

Vivendo a New York e seguendo da vicino la scena politica americana ci siamo resi conto delle ragioni per cui Trump, nonostante la sua condotta atipica sia riuscito a raccogliere così tanto consenso dalla classe media operaia e da un’ampia fetta di elettori disillusi dalla burocrazia di Washington, e delle conseguenze sociali e soprattutto economiche che possiamo aspettarci dai prossimi 4 anni della sua presidenza.
 

“America will start winning again, winning like never before. We will bring back our jobs. We will bring back our borders.” - Estratto dal discorso di inaugurazione di Trump]

Il movimento di persone, prodotti e capitali verso gli Stati Uniti è proprio uno dei temi che oggi fanno interrogare di più gli economisti, i capi di stato, gli imprenditori e i manager di tutte le aziende che commerciano in qualche modo con il Nord America, compresi i nostri clienti. La certezza sulla stabilità delle tariffe doganali, sul tasso di cambio, sulla struttura fiscale e sulla possibilità di ottenere o mantenere visti lavorativi lascia in questi giorni spazio a diverse domande, che ci vengono rivolte ogni giorno e cui proviamo umilmente a offrire risposta.
 

Dazi, Tariffe e Importazioni in America

Lunedì 23 Gennaio, nella prima settimana di insediamento alla Casa Bianca Trump ha mantenuto una delle promesse elettorali firmando un ordine esecutivo per rimuovere gli Stati Uniti dal TPP. Il Trans Pacific Partnership promosso dall'amministrazione Obama per facilitare gli import/export americani abbassando o annullando le tariffe doganali verso altre 12 economie del mondo. Il trattato avrebbe comunque dovuto passare la difficile approvazione del Congresso ma adesso è ufficialmente off-the-table. Obbiettivo per Trump è ora di rinegoziare il NAFTA e insistere su misure protezionistiche che faciliteranno la manifattura Made in USA a discapito delle estere e di trattenere posti lavoro sul territorio.

 

“Today, we import nearly $800 billion more in goods than we export. It is politician-made disaster. It is the consequence of a leadership class that worships Globalism over Americanism.” - Estratto dal discorso su occupazione e lavoro in America di Trump

Nonostante la direzione spiccatamente protezionistica dell’agenda Trump crediamo che l’export italiano nei suoi compartimenti a più valore aggiunto non verrà particolarmente danneggiato, non perché l’Italia meriti un trattamento privilegiato ma perché anche nel caso di un aumento delle tariffe potrà contare su aumento (più che proporzionale) dei consumi. Specialità alimentari e vino italiano ad esempio non sono mai stati così apprezzati e sono fisicamente insostituibili dai produttori locali, cosi come prodotti di meccanica che potrebbero beneficiare dalla ripresa degli investimenti privati e pubblici in infrastrutture.

 

“NAFTA was the worst trade deal in history, and China's entrance into the World Trade Organization has enabled the greatest jobs theft in history.” - Estratto dal discorso su occupazione e lavoro in America di Trump

Le tariffe a più rischio di rialzo sono quelle sui materiali o prodotti finiti che vengono esportati anche dalla Cina, nemico pubblico numero, come ad esempio i filati. In questo scenario sarà importante per le aziende di moda italiane fidelizzare il più possibile i clienti con politiche di branding moderne e mantenere il premium price. Il suggerimento per gli imprenditori è in ogni caso quello di aggiornarsi sulle regolamentazioni e considerare la logistica come un’attività strategica al pari della produzione o del marketing, sfruttando soluzioni alternative e partnership locali per minimizzare il costo di transazione e mantenere la competitività.

 

Tasso di cambio del Dollaro e Tassazione negli Stati Uniti

Il futuro per i contribuenti americani si prospetta più roseo. Grazie all’attitudine business friendly di Trump le aziende, di ogni dimensione, così come i privati cittadini si aspettano trattamenti fiscali più favorevoli, sia a livello federale che statale.

Riduzione delle aliquote, riduzione del carico assicurativo per i datori di lavoro, incentivi e facilitazioni sugli investimenti produttivi diventeranno probabilmente una realtà nel breve termine, pena una delusione dei Trump-supporters cosi profonda da minare la prospettiva di rielezione nel 2020. E’ quindi un momento favorevole per gli imprenditori italiani per realizzare il progetto di espansione verso gli Stati Uniti e strutturarsi in modo da beneficiare finanziariamente e operativamente dalla vicinanza ai propri clienti americani.

Un aumento del reddito disponibile insieme ad una valuta forte e un inflazione a rialzo potrebbero significare ottime notizie anche per l’export e il turismo italiano. Il dollaro sembra infatti proseguire la sua lenta ma costante ascesa a discapito delle altre valute e la pressione di Trump sulla Federal Reserve per un rialzo dei tassi potrebbe ulteriormente stimolarne l’acquisto da parte di investitori istituzionali di tutto il mondo, ora più che mai alla ricerca di ritorni sicuri. Wall Street ha reagito bene alla salita al potere di Trump e attende il verificarsi delle sue promesse mentre l’indice Dow Jones accarezza fiducioso quota 20,000.

 

Immigrazione e Visti per gli Stati Uniti

Se le affermazioni di Trump durante la campagna elettorale si possono considerare un assaggio della politica di immigrazione dei prossimi 4 anni, agli Europei non potrà che rimanere in bocca un sapore agrodolce. Imprenditori e manager con interessi sul territorio e con l’esigenza di viaggiare o risiedere per periodi più o meno lunghi negli Stati Uniti potrebbero dover fare i conti con ufficiali di dogana più curiosi e ufficiali consolari più ostici del solito. Ma c’è davvero di cui preoccuparsi?

“It’s our right, as a sovereign nation, to chose immigrants that we think are the likeliest to thrive and flourish and love us. We have to listen to the concerns that working people, our forgotten working people, have over the record pace of immigration and it’s impact on their jobs.” - Estratto dal discorso sull’immigrazione di Trump

Viste le decine di contatti ricevute in questi giorni da clienti a cui sono stati rifiutati i visti, sembra che l’effetto Trump si sia già fatto sentire negli Consolati americani in Italia. Il nostro suggerimento è di non improvvisare una petizione fatta in casa ma di affidarsi a professionisti per avere successo in questo delicato tipo di richiesta, soprattutto quando si sono effettuati investimenti e si pianifica un trasferimento a lungo termine personale e familiare.

Nella visione protezionistica e quasi autarchica di Trump bisogna ora più che mai guadagnarsi il diritto di sostituire un lavoratore americano e dimostrare inconfutabilmente di creare benefici per la società e l’economia. I visti più a rischio di rifiuto sono in questo senso quelli non legati ad investimenti o a flussi sostanziali di commercio tra l’Italia e gli Stati Uniti, in primis i B, J e H1B. I visti O, E ed L sono invece più al riparo da giudizi soggettivi perché legati a dati inconfutabili.

I prossimi anni saranno senza dubbio dinamici e interessanti, l’America di Trump presenterà per gli Italiani delle difficoltà e delle opportunità allo stesso tempo; in ExportUSA ci piace pensare di poter aiutarli a superare le une e cogliere le altre nello spirito di proattività e concretezza che da sempre ci contraddistingue.

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