I più grandi supermercati degli Stati Uniti si uniscono in una cooperativa per reiventare la borsa della spesa

Economia circolare: un accordo tra Target e Walmart per ridisegnare il futuro delle shopping bag e renderlo più compatibile con le esigenze dell’ecosistema

 



Un investimento da 15 milioni di dollari per trovare valide alternative al sacchetto di plastica monouso, supportato dai colossi della grande distribuzione negli Stati Uniti

Un ambizioso concorso, finanziato dai principali supermercati americani, ha coinvolto start up della green economy provenienti da tutto il mondo per trovare le migliori alternative alle buste di plastica monouso

Gli americani buttano via 100 miliardi di sacchetti di plastica monouso all'anno. E così, a metà del 2020, le più grandi catene di supermercati degli Stati Uniti, inclusi Walmart, Target, Kroger e CVS, hanno aderito all'iniziativa Beyond the Bag: una collaborazione tra i big della vendita al dettaglio, che mira a identificare, testare e implementare soluzioni di design innovative, per sostituire le borse in plastica monouso con alternative ecologiche all’insegna del risparmio e della sostenibilità. L’obiettivo finale è sensibilizzare e sostenere tutti i consumatori americani nello sforzo collettivo di ridurre l’impatto ambientale.
 

Il concorso ha appena annunciato i nove vincitori su centinaia di candidature provenienti da tutto il mondo. Le soluzioni spaziano dai sacchetti biodegradabili destinati a scomparire nel suolo terrestre alle shopping bag connesse a Internet per trasformare il loro riutilizzo in un momento ludico. E se la varietà dei prototipi selezionati può sembrare un altro pretesto per non dare una risposta definitiva alla domanda “qual è l’unica vera alternativa efficace al sacchetto di plastica?” in realtà, le aspettative a cui deve far fronte l’economia al dettaglio negli USA oggi, sono ben più articolate rispetto alle epoche passate.
 

"Non esiste una sola risposta, perché non c’è un’unica soluzione valida per tutti", afferma Kate Daly, Direttore Generale del Center for the Circular Economy presso il gruppo Closed Loop Partners, che ha coordinato il concorso insieme allo studio di design IDEO. “Le aziende partner che hanno aderito al progetto rientrano in diversi segmenti di prodotto, e perciò si deve tener conto di diverse tipologie di negozi per diversi tipi di acquisti. Che sia pallone da calcio, dei generi alimentari, merci confezionate o una tastiera da computer, ognuno di questi esempi richiede soluzioni specifiche per il trasporto dal punto vendita a casa."

Diversi prodotti e diversi contesti di vendita richiedono soluzioni per il trasporto differenti

Questo senza tener conto del fatto che occorrono buste e packaging differenti a seconda del contesto d’acquisto. Ad esempio, la sporta utilizzata per un ordine con ritiro sul marciapiede può essere diversa da quella preposta alla consegna a domicilio. Oltre a queste problematiche, pesano le aspettative dei consumatori. Una borsa fragile potrebbe andare bene per fare la spesa da Kroger, ma qual è il packaging più adatto per il trasposto di un vestito da 500 $ comprato in un grande magazzino o di una zuppa calda portata a casa dal ristorante? Questi, sono solo alcuni degli esempi in cui la busta di plastica monouso non è mai stata la soluzione ideale. Ecco perché i vincitori del concorso sono quelli che hanno cercato tutte le alternative possibili, approcciando lo stesso problema da prospettive diverse.
 

Quali sono le idee migliori sfornate dal concorso? Una proposta interessante si chiama SmartC. Non è solo una borsa riutilizzabile innovativa (realizzata con fibre di origine naturale), ma una smart shopping bag supportata da una piattaforma digitale che permette la tracciabilità di tutti gli acquisti risposti nella borsa incentivandone il riutilizzo. In pratica, queste borse sono dotate di etichette intelligenti che vengono scansionate dai commessi nei negozi partecipanti, consentendo ai rivenditori di premiare i clienti con punti, coupon o sconti, ogni volta che riutilizzano le loro borse della spesa. Queste scansioni vengono inoltre registrate e inserite in una dashboard in un' app dedicata che riporta graficamente il riutilizzo della borsa nel tempo, simile a quella utilizzata dall’Apple Watch per la misurazione dell’attività fisica quotidiana. Con la differenza che SmartC è una borsa nata con lo scopo di essere riutilizzata per anni, e non sostituita nel giro di poco come gli oggetti del desiderio di casa Apple, che sforna continuamente modelli nuovi. Questo obiettivo è un po’ troppo utopistico? Sicuramente. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la gente abbia cose più importanti a cui pensare, che non alla sorte di una borsa da $1. Ma in un mondo in cui dobbiamo pensare sempre più nell’ottica della sostenibilità e del minor spreco possibile, questo è senz’altro un approccio interessante su cui riflettere.

Pagare un abbonamento per avere borse riciclabili al momento del bisogno in qualunque punto vendita è la nuova frontiera della green economy in America

All’estremo opposto di questa opzione di borsa etica di lunghissima durata, troviamo una busta in polipropilene riciclata, chiamata Goatote. In questo caso non è necessario conservare la stessa borsa per anni: questo concetto è più vicino alla borsa usa e getta, ma in chiave green. In pratica viene installato un distributore digitale di borse Goete all’interno dei negozi, a cui il consumatore può accedere nelle più disparate occasioni, luoghi e momenti della giornata, pagando un abbonamento mensile. Si possono prendere più borse all’occorrenza, con l’obbligo di restituirle entro 30 giorni, penserà poi il Brand a disinfettarle e renderle riciclabili per i nuovi clienti.
 

Se è difficile pensare di pagare una tariffa mensile solo per il riciclo una borsa della spesa, un’altra cosa sarebbe, invece, aggiungere questo servizio ad altri servizi offerti ad abbonati “prime”, come nel caso di Walmart +, un abbonamento con cui si ha acesso ad esempio a sconti e consegna gratuita, molto in voga negli Stati Uniti. In questo caso apporterebbe un valore aggiunto agli abbonati, offrendo il vantaggio di liberare spazio in quella dispensa in cucina piena zeppa di borse accumulate nel tempo, e senza doversi preoccupare del destino di un’unica borsa “per sempre”. Oltre a incentivare il riciclo, il concorso ha rivelato tutti i tipi di alternative possibili alla plastica. Questi nuovi materiali mirano a smantellare le nostre cattive abitudini di utilizzo occasionale e non richiedono 1000 anni per decomporsi come i sacchetti di plastica ancora in uso in America. Tra i vincitori troviamo ideatori di sacchetti a base di alghe e di rifiuti agricoli.

La borsa più innovativa tra i vincitori del concorso è una busta in cellulosa (carta) elastica e resistente alle forature

Ma la borsa più innovativa della classifica non è una borsa in bioplastica migliore, ma una borsa realizzata con una carta migliore. Realizzato dalla cartiera Domtar, è un sacchetto di cellulosa (o carta) al 100% che è molto più performante delle vecchie borse di carta da supermarket. Questo perché è elastico e resistente alle forature. La busta non si strappa al primo gesto maldestro o uso improprio, come i classici sacchetti di carta marrone, nonostante sia più leggera. A tutto ciò si aggiunge il fatto che il sacchetto di carta ripresenta molti vantaggi rispetto alla plastica: la durevolezza, il recupero attraverso il riciclo e la naturale biodegradabilità.
 

Ora che i vincitori sono stati annunciati, le nove società si divideranno il premio in palio di 1 milione di dollari. Intanto, molte altre entreranno a far parte di programma di sei mesi dell’incubatore d’impresa per start up - il Center for the Circular Economy - per perfezionare i loro progetti insieme ai partner delle grandi catene USA che hanno aderito al progetto. Quindi, prima o poi, queste borse “speciali” entreranno nei supermercati e nei centri commerciali americani, facendo compiere all'America un altro passo avanti nella rivoluzione green.


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