La formula delle gelaterie "chiavi in mano": sempre più di successo negli Stati Uniti

La sesta edizione della White Summer è stata dedicata ai più acclamati maestri gelatieri italiani: la festa del solstizio d’estate organizzata il 21 giugno presso la Città del Gusto di Napoli dal Gambero Rosso

È stata una versione decisamente “iced”, quella della VI edizione della White Summer, la festa del solstizio d’estate organizzata dalla Città del gusto Napoli - il network di divulgazione eno- gastronomica e grandi eventi del gambero rosso - che ha celebrato i premiati “tre Coni” della guida gelaterie d’Italia 2018.

Una serata, dunque, all’insegna del gelato di qualità e della degustazione delle fredde delizie proposte da quell’elite di gelatieri che hanno saputo aggiudicarsi il prestigioso “tre Coni”, un premio attribuito, dopo una serie di valutazioni sensoriali e tecniche, ai migliori artigiani che abbracciano la filosofia della produzione d’eccellenza: dalle materie prime alle tecniche di lavorazione, fino alle nuove frontiere in fatto di gusti. 



L’EVENTO A NAPOLI PER UN GELATO GLOBALE 
 

«Un nuovo grande evento pensato per parlare di gelato artigianale - così Serena Maggiulli, direttrice della Città del gusto Napoli - che, da Nord a Sud, è in grande fermento attraverso maestri gelatieri che oramai, al pari di chef pizzaioli e pasticceri, si confrontano fra loro, studiano tecniche, ricercano prodotti sui territori e creano sempre più gelati equilibrati per la salute e golosi nel gusto. Il gelato sta diventando  complice e co-primario di esperienze gastronomiche a tutto tondo ed è importante aumentare la conoscenza del pubblico e stimolare il settore». A testimonianza del crescente interesse verso l’universo gelato, i più di 300 ospiti intervenuti negli eleganti spazi di Palazzo Caracciolo che hanno potuto degustare gelati classici, scoprire insoliti abbinamenti, ma soprattutto approfondire gli ingredienti eccellenti di ogni gelato, tutti stagionali e provenienti dai territori d’origine dei gelatieri presenti. 
 

I GUSTI PIÙ ORIGINALI DEL GELATO
 

Trovandoci a Napoli, non poteva mancare un gusto che è un vero inno al caffè: il Caffè al Cubo di Antonio Mezzalira. «È un gelato al caffè particolare perché i chicchi vengono messi in infusione a riposare per 12 ore nel latte e nella panna a 4°C. Una volta filtrata, la miscela viene pastorizzata con gli altri ingredienti. In fase di mantecazione viene inserito il caffè espresso e, poi, quello macinato in polvere. Si ottiene così il “Caffè al Cubo”, un gelato in cui l’ingrediente caratterizzante è presente in tre stadi differenti. Notevole anche la “Mandorla cruda di Noto”, proposta da Marco Serra, variegata con una composta di albicocca senza zucchero e con lamine di mandorle tostate al forno e salate, oppure il gelato all’orzo con datteri marinati al Marsala e crumble alla liquirizia di Alessandro Scian. Imperdibile, infine, il ricordo di un’oliva all’ascolana firmato da Paolo Brunelli.
 

Gelaterie chiavi in mano [in America]: istruzioni per l’uso. Franchising, affiliazioni a consulenza a 360 gradi: la formula delle gelaterie “chiavi in mano” è sempre più gettonata

Prima di procedere, però, occorre porsi delle domande per
essere certi che alla base ci sia una proposta di valore ed in linea con la propria visione del mondo del gelato. Ecco il parere degli esperti di bestAdavance

La formula delle gelaterie “chiavi in mano” stanno  riscontrando enormi successi, anche su scala internazionale.  Le formule magiche però non esistono ed alla base dell'apertura di una gelateria in America deve essercie la sostanza di una buona proposta di valore e possibilmente un’innovazione sostanziale di servizio. «Quando questa formula sposa un modello commerciale vincente - come ad esempio il franchising - ecco che il business può svilupparsi molto rapidamente» spiegano Maurizio Morini e Massimiliano Colosimo della bestAdvance.


«Oggi esistono numerosissime proposte di gelaterie “chiavi in mano”. A queste corrispondono anche differenti posizionamenti di marketing del format: possiamo avere formule pensate per un target di giovani che puntano sulla novità del prodotto o su servizi innovativi, così come proposte di gelateria di alta qualità per un pubblico più tradizionale.

È proprio questo il primo elemento sul quale un potenziale cliente dovrebbe riflettere: che modello di gelateria ho in mente? Qual è la mia visione del mondo della gelateria? Come si sposa con il format che mi viene “consegnato”? Che tipo di comunicazione viene effettuata? Su quali social sono presenti? Quali le opinioni degli utenti?».
 

E come fare per trovare le risposte giuste per aprire una gelateria in America?
 

«Molte risposte a questo primo gruppo di quesiti possono provenire da un’analisi del web, a partire dal sito “istituzionale” dell’azienda proponente, osservando il numero di gelaterie aperte, in quali location, con quali tipologie di offerta, con quali servizi, con quali attrezzature e quali arredi. 

Meglio ancora sarebbe visitare di persona almeno tre di questi punti vendita mettendosi nei panni di un potenziale consumatore e chiedendosi: che cosa rende distintiva questa formula di gelateria? Quali prodotti e servizi offre, e in quale modo? Da che tipo di pubblico è frequentata? il personale è cortese e preparato? Indossano una divisa? Qual è la qualità e la funzionalità degli ambienti? Ottimale sarebbe riuscire a scambiare qualche parola in modo informale con il gestore del locale: il suo entusiasmo sarà il termometro della soddisfazione sulla qualità complessiva del format che ha attivato». 
 

Esiste uno strumento utile per orientare le scelte del futuro gelatiere? 
 

«Noi suggeriamo di utilizzare uno schema a check-list, che aiuti a comprendere per quale opzione propendere». 
 

LA PAROLA AI PROFESSIONISTI DEL GELATO

I MODELLI DI GELATERIA BIO

60 nuovi punti vendita aperti tra Italia, soprattutto del Nord, Spagna e Romania, nel corso di 14 anni di attività. Dal 2004, anno in cui Gianluca Mondardini ed il suo socio Luca Zanotel hanno aperto il primo “Puro e Bio”, una gelateria a Forlì tra le prime in assoluto a puntare sul Bio.

«Uno dei maggiori punti di forza del nostro gruppo è che non esistono vincoli per chi entra (l’unico limite è che le gelaterie “Puro e Bio” non possono usare semilavorati) e tantomeno per uscire dal nostro consorzio. Noi curiamo, per chi si rivolge a noi, il project plan, progettiamo un ipotetico punto vendita (ciascuno diverso dall’altro) e forniamo un piano finanziario per calcolare le spese. In media una nuova apertura avviene in 2/3 mesi ed ha un costo che va dagli 80 ai 100 mila euro.

Se l’accordo parte, il nuovo entrato diventerà esclusivista Puro e Bio per una determinata zona e, soprattutto, avrà l’opportunità di seguire un corso di formazione nelle nostre scuole. La fase della formazione è essenziale e puntiamo soprattutto ad insegnare a gestire un punto vendita, a trasmettere l’importanza del servizio e del rapporto con il cliente. C’è, poi, la fornitura dei prodotti: quelli che distribuiamo ai nostri negozi sono tutti certificati bio, mentre sta a ogni punto vendita l’approvvigionamento delle materie deperibili.

Io credo che il successo della nostra proposta, testimoniata dal fatto che in 14 anni non abbiamo mai assistito alla chiusura di un punto vendita, stia nel fatto che proveniamo dal settore del gelato, conosciamo bene questo mondo e le sue esigenze. In fin dei conti, però, l’ingrediente segreto è solo uno: la passione e l’amore per questo bellissimo lavoro che vogliamo trasmettere a chi entra nel nostro gruppo». 

L'APERTURA DI UNA GELATERIA IN AMERICA

Il gelato è uno dei prodotti più amati dagli americani, che costituiscono il secondo mercato più grande al mondo dopo la Cina (con un consumo stimato di 2,7 miliardi di litri nel 2016). Aprire negli Stati Uniti è un business che, quindi, promette ampi ritorni. «I prezzi del gelato negli USA sono molto più alti che in Italia e, di conseguenza, anche i profitti.

Data l’elevata domanda per il gelato artigianale italiano, infatti, i prezzi sono schizzati», spiega Lucio Miranda, presidente di ExportUSA, una società che si occupa di seguire le aziende italiane che vogliono intraprendere questo business negli Stati Uniti. «Ad oggi sono sei le gelaterie che hanno avviato un’attività negli Stati Uniti avvalendosi dei nostri servizi.

Noi curiamo tutto l’iter:  dalla preparazione di un business plan, alla ricerca della location ideale, fino al piano finanziario e tutto ciò che concerne i permessi. L’assistenza riguarda anche il marketing tradizionale e quello online, che prevede la creazione del sito e il rapporto con i social. Noi ci occupiamo anche dell’acquisto dei macchinari, mentre per gli ingredienti, non è obbligatorio importare tutto dall’Italia, si può limitare l’importazione a quelli che sono difficili da trovare.

Il tempo medio previsto per l’apertura di una gelateria è di 6/8 mesi, includendo il tempo per il visto, men- tre in termini di investimento partiamo da 200.000 dollari». 

 

Lucio Miranda - Presidente di ExportUSA 
www.exportusa.us 



 

I DRIVER PER LA SCELTA

Perchè sì – Orientamento alla soluzione chiavi in anno

Sono un puro imprenditore con scarse conoscenze sulla produzione del gelato? 

Allora mi devo chiedere:

• Quale percorso formativo “tecnico” mi viene offerto?

• Con quali docenti?

• Con quale durata?

• Quale supporto di marketing mi viene offerto?

• Quali strumenti e materiali per il punto vendita?

• Quali spazi di autonomia sono consentiti all’affiliato, in caso di franchising, nello sviluppare iniziative di marketing autonome o progettare modelli di lay-out differente? 

Perché no – Orientamento alla soluzione personalizzata

Sono un ottimo artigiano del gelato, ma con limitate capacità commerciali e di comunicazione? Oppure sono un buon conoscitore del gelato e voglio far evolvere le mie doti manageriali? Allora posso valutare scelte autonome, magari in partnership con produttori/ operatori del settore, con il mio brand/insegna. 

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