
28 Luglio 2025
Accordo sui dazi USA-UE al 15%: cosa cambia per le imprese italiane
Lucio Miranda interviene a RAI Radio3
Lucio Miranda, economista e presidente di ExportUSA, ha commentato la notizia ai microfoni di Radio24 nel corso della trasmissione Focus Economia condotta da Vincenzo Miglietta. Secondo Miranda, la novità principale non è tanto l’entità della tariffa quanto la fine di un lungo periodo di incertezza che impediva alle aziende di pianificare con precisione.
[→ clicca qui per ascoltare l'intervista sul nostro canale YouTube]
Con l’introduzione di un dazio flat del 15% sulle importazioni europee, le aziende italiane che esportano negli Stati Uniti possono finalmente pianificare e cogliere nuove opportunità.
Il 28 luglio 2025 è entrato ufficialmente in vigore l’accordo USA-UE che prevede l’applicazione di un dazio del 15% su numerose categorie merceologiche europee esportate negli Stati Uniti. Si tratta di una svolta che, pur tra le polemiche, restituisce alle imprese italiane un elemento fondamentale: la certezza normativa.
La certezza come vantaggio competitivo
“Finalmente c’è la certezza. Questo accordo può piacere o meno, ma la nuvola di incertezza si è dissipata.”
Conoscere con esattezza il livello dei dazi consente alle imprese italiane di calcolare i costi di esportazione, definire i listini per il mercato USA e ragionare in modo strategico sui margini. Il nuovo contesto tariffario permette anche agli importatori statunitensi di riattivare ordini e contratti, essendo ora chiaro l’impatto sui costi.
ExportUSA aveva già previsto un tale scenario: lo Sportello Dazi, già operativo nelle scorse settimane, è stato concepito per supportare le aziende italiane in questo contesto. Le imprese possono ora accedere a protocolli di importazione che permettono di mitigare l’impatto tariffario attraverso la riformulazione del valore doganale, basandosi sul costo industriale piuttosto che sul prezzo di vendita.
Una delle preoccupazioni principali riguarda la possibile delocalizzazione. Ma Miranda rassicura: “Aprire in America serve a servire meglio quel mercato, non a chiudere in Italia.”
Secondo l’esperienza di ExportUSA, le aziende che hanno aperto poli produttivi negli Stati Uniti lo hanno fatto per espandere il business, non per sostituire la produzione italiana. Al contrario, tali mosse rafforzano l’export complessivo e consolidano la presenza sul mercato nordamericano.
Il dazio impatta anche gli imprenditori americani che importano prodotti europei - come macchinari o componenti - per integrarli nella produzione locale. La certezza delle nuove tariffe consente anche a loro di pianificare e investire nuovamente in forniture italiane.
Vincenzo Miglietta
Stavamo parlando proprio di possibili sussidi ed esenzioni che a livello europeo potrebbero essere trovati e varati per aiutare l'export europeo verso gli Stati Uniti. Allora chi conosce bene come si esporta negli Stati Uniti ed è consulente di tantissime aziende è Lucio Miranda, presidente di Export USA.
Che cosa cambia da ieri per le imprese che voi conoscete benissimo con questi dazi al 15%?
Lucio Miranda
Cambia che finalmente c'è la certezza, quindi questo accordo può piacere, non può piacere, potrebbe essere meglio, forse è peggio, però di sicuro si è dissipata la nuvola di incertezza che è quella che pesa veramente sulle aziende, molto banalmente, molto praticamente, se io azienda devo fare un listino per gennaio finché non so quali sono i dazi non riesco a farlo, da oggi lo posso fare.
Vincenzo Miglietta
Quindi come primo step abbiamo delle date certe di programmazione perché siamo legati ad una nuova tariffa, un dazio del 15%, lei dice comunque indipendentemente dal livello del dazio avere questa certezza che consente di programmare e comunque far ripartire l'immaginazione e la programmazione per i prossimi mesi.
Lucio Miranda
Il fatto di avere la certezza su tutti gli elementi di costo per poter esportare è una grande cosa per un'azienda che deve appunto esportare, lavorare, quotare, fare i listini e capire qual è il margine su cui può contare.
Vincenzo Miglietta
Voi riuscite adesso anche in poco tempo a ritarare il vostro famoso sportello dazi per le imprese che quindi si rivolgono a voi?
Lucio Miranda
Il nostro Sportello Dazi è nato proprio anticipando questo momento e noi abbiamo sempre creduto, subito dopo l'accordo con il Giappone, per noi era chiaro che il dazio di caduta sarebbe stato il 15, quindi ci siamo tarati in questo modo.
Vincenzo Miglietta
In base alla sua esperienza in queste settimane di incertezza c'è stata qualche impresa che le ha confidato, le ha anticipato "Io con queste incertezze quasi quasi mi conviene andare direttamente a produrre negli Stati Uniti"?
Lucio Miranda
Noi abbiamo partecipato, come tutti gli anni, a Select USA dove le aziende di tutto il mondo vanno a contrattare con gli stati americani per gli incentivi per produrre in America. Con questi livelli di dazio sì, produrre in America è comunque buono perché non pago i dazi, non pago il trasporto e va bene, non mi sembra che sia quel livello di dazi che sparigli le carte al punto tale da dover dire o produco lì oppure è finita. In tutta la nostra esperienza comunque tutte le aziende che abbiamo aiutato ad aprire un polo produttivo in America, il polo produttivo è stato aperto non per chiudere in Italia, bensì per tenere aperto in Italia, se questa è un po' la preoccupazione di fondo dietro alla domanda.
Vincenzo Miglietta
Lo sa perché le ho fatto questa domanda? Perché prima che si sapesse del 15%, larghe fette del tessuto produttivo del nostro paese temevano proprio che questa politica di Trump al di là dell'annuncio del dazio sia proprio perché nel lungo periodo voglia attrarre sul suolo americano delle eccellenze che abbiamo noi in Italia. Quindi questa è una preoccupazione che forse non scompare nonostante vi sia il 15%.
Lucio Miranda
Sì ci sta, però ripeto io apro in America per servire meglio il mercato americano, ma non è che apro in America perché così chiudo in Italia. Abbiamo seguito diverse aziende nel corso degli anni e non è mai andata così, non è mai neanche stata ventilata un'ipotesi di questo genere.
Vincenzo Miglietta
Tra l'altro se la certezza fa bene ai nostri produttori immagino faccia bene anche alla controparte americana perché vi sono tanti imprenditori americani che importano prodotti italiani sia di prodotti agroalimentari ma io immagino soprattutto quelli che importano per esempio macchinari e anche loro sapendo ora i livelli dei dazi potranno a tornare ad acquistare i prodotti italiani e potranno poi riprogrammare anche il loro listino.
Lucio Miranda
Certamente, un altro livello di complessità è dato proprio da questo, se io metto un dazio del 15 per cento per le importazioni devo anche tenere presente che tante di queste importazioni vengono fatte dai produttori americani perché vengono importati per esempio parti e componenti che vanno a finire in un prodotto finito americano, quindi mi sto un po' anche una martellata sui piedi, ma adesso che si sa l'entità del dazio, si sa da quando parte e tutto. si riesce a riprogrammare produzione, costi, margini, importazioni e insomma riparte.
Vincenzo Miglietta
Allora con la parola "riparte" che a noi mette ottimismo saluto e congedo Lucio Miranda presidente ExportUSA
Lucio Miranda interviene a RAI Radio3
Statistiche annuali esportazioni Italia - Stati Uniti. Dati export per settori industriali - Regioni - Province
Scopri quanto puoi risparmiare sui dazi di importazione negli Stati Uniti
Un solo interlocutore specializzato nel mercato degli Stati Uniti d'America. E con il proprio personale dedicato.