
18 Luglio 2025
Intervista a Radio Radicale: un aiuto per il calcolo dei dazi
Lo Sportello Dazi di ExportUSA aiuta le imprese italiane a orientarsi tra regole e opportunità
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Dal 1° agosto 2025 potrebbero entrare in vigore nuovi dazi del 15% sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Ma secondo Lucio Miranda, economista e presidente di ExportUSA, non ci sarà alcun crollo delle importazioni italiane.
“È un dazio che le imprese italiane possono sostenere” spiega Miranda, “Anche con il 15%, il Made in Italy resta competitivo: molti prodotti statunitensi alternativi sono più cari e meno richiesti”.
Il problema, secondo Miranda, non è il dazio in sé, ma l’instabilità: “Oggi le aziende non sanno se e quando il carico sarà tassato, e quanto. Questo genera attendismo, riduzione degli ordini e freno alle esportazioni”.
Le imprese attendono con il fiato sospeso la scadenza del 1° agosto, ma anche questo termine potrebbe slittare. “Se ci sarà un rinvio, sarà un buon segno: significherà che le trattative stanno funzionando”.
Miranda mette in guardia da un fraintendimento diffuso: “Parlare di esenzioni può essere fuorviante. Non significa che alcuni settori saranno esclusi dai dazi del 15%, ma solo che non avranno ulteriori dazi, come quelli su acciaio e alluminio”.
“Non parliamo di aggirare i dazi - sottolinea Miranda - ma esistono protocolli doganali ufficiali che permettono di calcolare il dazio su una base imponibile più bassa, riducendone l’effetto economico”. Una strada perfettamente legale, che può fare la differenza per molte imprese.
Nonostante i dazi, gli USA continueranno a essere un mercato chiave per l’Italia. Miranda lo dimostra con i numeri: “Nel 2024 i consumi privati americani per beni materiali sono stati pari a 6.200 miliardi di dollari. Le importazioni hanno raggiunto i 4.500 miliardi. Il mercato americano vive di importazioni, e l’Europa e l’Italia in particolare restano partner essenziali”.
Simone Spetia
A leggere i giornali, a leggere le indiscrezioni, a leggere le dichiarazioni, si sta dando quasi per scontato che si arriverà a un 15% di dazi verso gli Stati Uniti. Quello su cui si sta lavorando sono le esenzioni. Come già si diceva nei giorni scorsi, per esempio, nella prima lista di esenzioni erano compresi i superalcolici, quella inviata dalla Commissione Europea, ma non erano compresi i vini e dunque per Francia e Italia questo poteva essere ovviamente un fronte di preoccupazione forte. Ne parliamo con Lucio Miranda, economista, imprenditore italiano, presidente e fondatore di ExportUSA, un'azienda americana che si occupa di aiutare le aziende italiane che vogliono esportare.
Dunque il 15% è accettabile?
Lucio Miranda
Secondo noi sì. Perché non comporterà quel crollo nelle importazioni che molti paventano, soprattutto perché per molti prodotti il made in USA non è poi così facile da trovare e costa comunque di più del prodotto made in Italy o Made in Europe importato pur pagando l'importazione e il dazio del 15%.
Simone Spetia
E quindi?
Lucio Miranda
E quindi sicuramente ci sarà una contrazione nelle esportazioni, è ovvio, ma non sarà quel crollo che molti paventano, perché le aziende riusciranno comunque a far fronte a un aumento del dazio di questo tipo e comunque il mercato americano ha bisogno di questi prodotti.
Simone Spetia
E quindi in qualche modo per così dire bisognerà arrivarci... A me pare che in questo periodo abbia pesato molto di più l'incertezza cioè nei racconti delle aziende e immagino anche le aziende con le quali voi avete dei rapporti che riuscite ad assister, il tema sia questo cioè tu non sai quando parte un prodotto dall'Europa, quando arriverà quanto sarà tassato e quindi le aziende americane riducono gli ordini, le aziende europee spingono meno eccetera eccetera...
Lucio Miranda
Esatto, l'incertezza è un po' il fattore determinante. Prima il mantra era aspettiamo il 9 luglio vediamo cosa succede. Adesso il mantra è aspettiamo il primo agosto e vediamo cosa succede. In molto di questo attendismo c'è anche la speranza vana, secondo noi, che dopo il primo agosto si ritorni alla situazione ante 2 aprile, ante-Trump. Questo non succederà mai.
Simone Spetia
Secondo la vostra valutazione questo non avverrà. A proposito, secondo la vostra valutazione, visto che ce n'ha data una, gliene chiedo un'altra: secondo lei sarà rinviata nuovamente la data o questo primo agosto è stavolta davvero ultimativo o è impossibile leggere nella mente del presidente americano?
Lucio Miranda
Guardi, vorrei poterle dire che sì, questa volta è definitivo e non andiamo più in là. Però ormai siamo abituati a tutto, per cui potrebbe anche essere che ci sia un lieve rinvio. Se c'è un lieve rinvio, una settimana, due settimane, vuol dire che le negoziazioni stanno andando bene.
Simone Spetia
La mia domanda è: chi soffrirà effettivamente di più, posto che naturalmente il quadro delle esenzioni completo non ce lo abbiamo. Vi siete fatti un'idea su questo?
Innanzitutto, secondo noi, questa idea delle esenzioni è un po' fuorviante, perché l'esenzione non va tanto nel senso del dire, supponiamo che ci sia un dazio del 15% generalizzato. L'eccezione non è: c'è il 15%, ma questo settore o questo prodotto non ha il dazio del 15%. L'esenzione è nel senso di dire: tutti hanno il 15% e anche questi settori hanno il 15% e non anche un dazio ulteriore, tipo l'acciaio e l'alluminio. Quindi è questo il senso in cui dovrebbe essere presa la cosa.
Simone Spetia
I settori esentati saranno quelli che avranno solo il 15% perché tra l'altro in realtà il quadro è molto più complesso di come lo stiamo dipingendo cioè le barriere tariffarie d'accesso agli Stati Uniti esistono già, esistono da molto tempo e sono molte.
Lucio Miranda
Ogni paese ha le sue, perché io vorrei sfidarla a importare dei cosmetici dall'America in Italia o in Europa e vedere il genepraio in cui si infila. Ogni paese in realtà ha le sue per motivi storici, per motivi sociali, per clientelismi e lobby di potere e quindi si tratta di mettersi d'accordo su come vogliamo allentare noi, come vogliono allentare loro e proseguire nella trattativa. Non vorrei demonizzare l'Europa o l'America perché, ripeto, ognuno ha le sue.
Simone Spetia
Esistono dei protocolli per aggirare i dazi?
Allora, aggirare è una brutta parola. Ci sono dei protocolli di importazione che permettono di ridurre l'impatto dei dazi, perché permettono di calcolare i dazi su una base imponibile più bassa, quindi non sul prezzo espresso in fattura di importazione ma su una base più ridotta e quindi il dazio stesso è più basso e quindi incide di meno. Sì, esistono e a secondo dei casi se ne può applicare l'uno o l'altro.
Simone Spetia
Un ultimo punto: il mercato americano secondo lei resterà ancora un mercato di punta nonostante appunto l'approdo dei dazi, posto naturalmente che qua siamo in ballo con tutta una serie di questioni aperte, cioè l'accordo tra India ed Europa che ha subìto un'accelerazione. Ieri c'è stato quello tra Gran Bretagna e India, è stato firmato ufficialmente. Il famoso accordo con il Mercosur sul quale ci sono delle grandi resistenze, soprattutto in Italia a dire il vero e non sappiamo quindi quando ci arriveremo. Però rimarrà il mercato di punta, il mercato principale soprattutto per molti settori?
Lucio Miranda
Guardi, le do solo un'indicazione che penso sia illuminante: i consumi privati per ciò che riguarda i beni, quindi non i servizi, in America nel 2024 sono stati pari a 6.200 miliardi di dollari. Le importazioni nel 2024 sono state di 4.500 miliardi di dollari. Quasi tutti i consumi americani arrivano da importazioni.
Simone Spetia
E quindi, lei diceva, è difficile anche per gli Stati Uniti eludere questo punto, è evidente.
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