Durante la terza settimana dell’alta cucina a New York, presso la sede del Consolato Generale d’Italia, si è svolto un incontro dedicato all’innovazione italiana nella scena culinaria newyorkese

Presenti sul palco sia aziende dalla esperienza ventennale, sia sturt up - Gustiamo, Avocaderia e OpenTable - a presentare una vasta panoramica sulle evoluzioni che riguardano l’industria alimentare dei nostri giorni



Gustiamo –  Vendita online di specialità italiane

“Your local Italian specialty store, online”
 

Intervento di Beatrice Ughi, fondatrice dell’azienda Gustiamo, ubicata nel Bronx, Manhattan. Grazie alla piattaforma online, Gustiamo importa da due decadi i prodotti alimentari dell’eccellenza italiana in tutti gli Stati Uniti e in Canada.
 

La cucina italiana ha talmente successo da essersi ormai diffusa ovunque nel mondo: tutti propongono cucina italiana. Ma siamo così sicuri che siano tutti ristoranti veramente italiani?

Ciò che è importante, a mio avviso, per un ristorante che si dichiara come italiano è che metta in luce la provenienza delle materie prime utilizzate, e la storia (possibilmente regionale) della sua cucina. Stressare l’origine del marchio nel caso di un prodotto di origine italiana ad esempio è fondamentale. Il consumatore deve capire immediatamente, da tutta una serie di elementi, che ciò che sta mangiando è realmente fatto in Italia: sia i prodotti, sia la ristorazione devono riflettere l’integrità degli ingredienti e della cucina italiana. E questo vale sempre, anche nel caso di un ristorante italiano dalla cucina innovativa e non tradizionale, le radici della cucina nostrana devono comunque emergere.

È risaputo che negli negli Stati Uniti sono in tantissimi, ormai, a speculare sull’italianità, inventandosi nomi di prodotti che suonano come italiani, ma che di fatto non lo sono: è il cosiddetto fenomeno dell’italian sounding. Negli anni l’invasione sul mercato di questi prodotti “italian sounding” è aumentata a tal punto, che oggi i produttori italiani sono di fronte a una sfida epocale contro i giganti della grande distribuzione statunitense, che immettono sul mercato i prodotti-imitazione. Gli agricoltori e i produttori italiani, dunque, hanno sempre più difficoltà a battere la concorrenza, e se non facciamo qualcosa, nel tempo, un numero sempre maggiore di piccole e medie aziende che producono alimenti di alta qualità saranno costrette a chiudere i battenti. 

È il nostro lavoro e il nostro dovere quello di vendere i prodotti migliori, le materie prime autentiche di derivazione italiana, e rappresentare queste aziende, difendendo la categoria dei prodotti originali da tutte queste emulazioni. Tutelare i piccoli produttori - le vere aziende agricole di olio extra vergine d’oliva, di riso, pasta, ecc. - è la nostra missione.

 

Avocaderia – Fast Casual

“Inspiring a happier lifestyle”

Intervento di Francesco Brachetti e Alessandro Biggi, co-fondatoridel ristorante fast casual Avocaderia. Dalla prima apertura a Industry City, a Brooklyn, circa un anno e mezzo fa, ne è conseguita una più recente a Chelsea, Manhattan, e una prossima location in arrivo a Dumbo, Brooklyn, nel marzo 2019. A questi negozi si aggiunge anche la presenza di Avocaderia a Smorgasburg, lo street food market di tendenza più famoso della Grande Mela.

  

Avocaderia è il primo avocado-bar al mondo. L’idea innovativa nasce da due ragazzi, Francesco e Alessandro, due ex compagni di università, che dopo aver terminato gli studi alla Bocconi lasciano l’Italia verso destinazioni diverse, per poi ritrovarsi dopo qualche anno ad intraprendere insieme questa avventura. Francesco viveva in Messico, dove ha maturato la sua passione per l’avocado, Alessandro a Seattle, dove ha fondato una sua agenzia creativa (un lavoro che continua a gestire parallelamente a quello della ristorazione). 
 

Quali sono i primi passi vincenti che deve compiere una start up per avere successo nel settore del food?

Alessandro

Avocaderia è nato inizialmente come brand e solamente dopo come ristorante. Come primo passo, infatti,abbiamo scelto di connettere le persone al concept di Avocaderia, che si fa portavoce di uno stile di vita salutare, ma gioioso. Due caratteristiche che riteniamo appartenere anche all’avocado: un alimento salutare, ma anche un frutto ricco di grassi (buoni) e gustoso da mangiare. Vogliamo veicolare il messaggio dell’importanza di una dieta salutare, ricordando però che il cibo deve pur sempre rimanere un piacere nella vita delle persone. Il nostro motto è “Healthy and tasty food”, come diremmo in inglese.

Quando ancora non sapevamo se questo concept avrebbe funzionato o meno, abbiamo pensato di testarne la validità aprendo una pagina Instagram. E cosí dal nostro account di Instagram abbiamo annunciato l’arrivo imminente di un avocado bar a New York, io da Seattle, e Francesco ancora in Messico.

Abbiamo cominciato a postare belle foto di avocado toast, insalate e smoothies, che hanno riscontrato subito un grande successo, e oltre ai follower abbiamo cominciato ad attirare anche l’interesse della stampa. Il primo articolo uscito su Avocaderia recitava cosí “Un avocado bar a New York è come il paradiso in terra”. È così che abbiamo capito che la nostra idea non era più solo un’intuizione, ma si stava trasformando in realtà. 

Per noi ha giocato un ruolo primario il fatto di comunicare con la nostra audience: ai nostri fan abbiamo chiesto di suggerirci delle idee, ad esempio comunicandoci cosa si aspettavano di trovare nel nostro ristorante e coinvolgendoli nella creazione del menú, rafforzando fin da subito, in questo modo, anche il senso della community.
 

Francesco

Per gestire il nostro business è stato fondamentale utilizzare il supporto della tecnologia, non solo per gestire le vendite e i fornitori, ma anche per riuscire a comunicare con tutti i nostri clienti. Dalle materie prime che arrivano ad Avocaderia, alla presentazione dei piatti che escono dalla cucina, curati al punto giusto da essere condivisi sui social. Per non parlare dei continui feedback che riceviamo dai nostri clienti e a cui rispondiamo prontamente. Insomma, un circolo virtuoso senza fine, che ci permette di monitorare tutti i passaggi, comprese le aspettative e i bisogni dei clienti. Abbiamo compreso che i nostri clienti chiedono una cucina salutare, a un prezzo ragionevole, e quindi accessibile a tutti. 

Da quando sono a New York, un paio d’anni circa, ciò che ho notato è che nella cultura newyorkese si mangia fuori molto più spesso rispetto a quella italiana, ed è quindi molto importante avere una cucina che sia salutare da una parte, ma veloce dall’altra. E questo è esattamente ciò che facciamo ad Avocaderia. 

Un altro grande trend che stiamo osservando è il delivery: fornire ai consumatori un accesso rapido online, che consenta al cliente di reperire il proprio pasto in modo facile, ovunque sia. Se sei in ufficio non hai il tempo di uscire e fare la coda 20 minuti a pranzo. Siamo convinti che questa modalità di consumo veloce, consegnata a domicilio, avrà un ruolo ancora più ampio nei prossimi anni. Anzi riteniamo che sarà l’industria in maggior crescita nel settore del food.
 

OpenTable – Piattaforma online di prenotazione ristoranti

“10 covers are booked every second on OpenTable”

Intervento di Mark Cornell, Direttore distrettuale di OpenTable, a New York. OpenTableè una piattaforma che permette all’utente di verificare in tempo reale la disponibilità di un tavolo al ristorante e prenotare online; oltre a fornire molte altre informazioni: scoprire ristoranti nuovi in base alla popolarità e alle review, alle proprie preferenze enogastronomiche e/o alla zona della città. 

Le persone al giorno d’oggi viaggiano di più, specialmente a New York, dove oltre ai visitatori provenienti da ogni parte degli Stati Uniti si aggiunge anche il turismo internazionale, che si aggira attorno al 25%. Inoltre, il trend dei clienti che mangiano al ristorante è cambiato rispetto a un tempo, in cui si usava pianificare il pranzo o la cena con largo anticipo. Ora non si prenota più un mese, una settimana o qualche giorno prima, ma addirittura 10/20 minuti o mezz’ora prima. La domanda che risponde alle nuove esigenze dei consumatori è “che cosa c’è qui intorno adesso?
 

La domanda di ExportUSA

Come vi comportate quando avete un prodotto che è totalmente nuovo sul mercato americano (le specialità regionali italiane ad esempio), e sorge il bisogno di educare il cliente per mantenere l’integrità dell’alimento ?

Quale strategia utilizzate per educare i consumatori nei diversi touch point e per far sí che venga riconosciuto quel valore aggiunto al prodotto, che si traduce poi anche nel prezzo premium. Quali sono i suggerimenti che potreste dare a un imprenditore che voglia intraprendere il vostro stesso percorso negli Stati Uniti e avere successo ?

Francesco

Innanzitutto, consiglierei di instaurare un rapporto di fiducia con i consumatori. Uno dei piú grandi trend nell’industria del food è la trasparenza. I clienti ora chiedono di sapere da dove viene quel particolare prodotto o ingrediente. Ad esempio, una delle domande più frequenti ad Avocaderia è “Da dove vengono i tuoi avocadi?”.  Per cui è importante replicare prontamente “I nostri avocadi sono biologici, provengono dal Michoacán, una regione del Messico”. 

Perché con la globalizzazione la provenienza di un alimento non è più scontata come un tempo, e che non sai più cosa stai effettivamente mangiando. Perciò, al giorno d’oggi, è fondamentale essere in grado di raccontare una storia riguardo al prodotto: da dove viene, come arriva al ristorante, e come è stato preparato.  Lo storytelling, insomma, è uno degli strumenti migliori per far sì che il cliente si innamori del tuo prodotto.

Ad esempio, da circa sei mesi abbiamo aggiunto sul nostro menù la burrata con l’avocado. Molti dei clienti non sapevano cosa fosse la burrata e adesso è uno dei nostri best seller.



Alessandro

L’esperienza del cliente è circolare: comincia online, poi continua nel locale, e prosegue con i feedback che condivide sui social con gli amici, e ancora, nel pensiero di tornare o meno ad Avocaderia. È importante accompagnarlo in tutti questi momenti (il “customer life cycle”) in maniera positiva. L’affidabilità e la coerenza sono i primi requisiti che cerchiamo di trasmettere al nostro pubblico: se vai sul nostro sito e/o sui nostri social, ad esempio, ricevi la stessa informazione. E naturalmente, la comunicazione, che deve utilizzare lo stesso “tono di voce” della nostra audience. 

Oggigiorno è indispensabile attivare tutti i touch point che si hanno a disposizione, sia offline che online, per educare il cliente.

Un altra forte spinta all’educazione del cliente, quando possibile, arriva dalla stampa. Ovviamente tramite l’esposizione mediatica il tuo ristorante può accedere a un numero molto più ampio di persone. Nel nostro caso, ad esempio, la recensione della Fabricant sul New York Times ha contribuito enormemente a promuovere l’immagine di Avocaderia. 

All’inizio, è  necessario insistere a lungo per promuovere l’immagine del proprio brand, perché alle persone non basta vederlo una o due volte per ricordarselo, devono vederlo un numero consistente di volte perché rimanga indelebile nella loro mente.

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