
17 Maggio 2025
Esenzione dazio importazione Stati Uniti
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“Pensare a un ritorno allo status quo ante è illusorio: il dazio aggiuntivo del +10% sarà con ogni probabilità permanente”.
Così Lucio Miranda, presidente di ExportUSA, durante un’intervista alla trasmissione radiofonica di Antonello De Fortuna su Radio Radicale sulla situazione dazi USA.
Secondo l'opinione dell'economista, in seguito al ricorso accolto dalla Corte Federale di Appello americana, la situazione resterà congelata fino almeno al 31 luglio 2025, con un possibile ulteriore ricorso alla Corte Suprema. “Nel frattempo – ha aggiunto – le imprese italiane devono prepararsi a uno scenario stabile".
Colpiti, soprattutto come choc psicologico, settori come arredamento e cosmetica, finora esenti da dazi e ora costretti a gestire i costi doganali.
“È finita l’epoca del dazio zero – ha dichiarato Miranda – e bisogna adattare le strategie di export di conseguenza. Soprattutto le PMI devono rivedere il proprio approccio al mercato USA”.
Durante l'intervista, Miranda ha spiegato che la Corte Federale di Appello americana ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Trump: di conseguenza, i dazi rimangono pienamente in vigore fino ad almeno il 31 luglio 2025. Entro quella data sono previste nuove audizioni tra le parti, ma l’eventuale ricorso alla Corte Suprema potrebbe prolungare l’incertezza.
“Il nostro feeling è che si arriverà a un compromesso stabile”, ha dichiarato Miranda. “Il +10% diventerà permanente per tutte le categorie merceologiche”. Non si tratterebbe quindi di un’escalation, ma neppure di un ritorno allo status quo ante.
Questa previsione è coerente con l’andamento del mercato: da novembre 2024 fino al primo quadrimestre 2025, molti importatori hanno anticipato massicci ordini (strategia di front loading) per evitare l’impatto delle nuove tariffe.
L’impatto maggiore, soprattutto a livello di choc psicologico, si registra nei comparti dove il dazio precedente era pari a zero, come la cosmetica e l’arredamento. “In questi settori non c’era alcuna tradizione di gestione doganale complessa”, osserva Miranda. “Ora dovranno affrontare un dazio del 10% partendo da una situazione completamente esente”.
Per gli altri comparti, l’impatto sarà più livellato. Le nuove tariffe colpiscono in modo trasversale tutti i paesi e tutte le categorie merceologiche: “È un’applicazione democratica del dazio”, sottolinea Miranda, che aggiunge: “Un’azienda che già pagava il 30% e ora si trova al 40% avrà un impatto minore, in proporzione, rispetto a chi parte da zero”.
Antonello De Fortuna
Siamo in collegamento con Lucio Miranda, presidente di ExportUSA. Noi ci siamo sentiti a ridosso dell'annuncio verbale dei dazi da parte di Trump. Tra meno di un mese ci dovrebbe essere la decisione definitiva da parte degli Stati Uniti, cioè siamo ancora nel limbo. Come stanno reagendo le aziende italiane in questo periodo?
Lucio Miranda
E' di ieri errata la notizia che la Corte di Appello Federale americana ha accolto l'istanza di ricorso dell'Amministrazione Trump per cui i dazi rimangono tutti validi, la situazione resta congelata fino ad almeno il 31 luglio. Entro questo periodo ci saranno le audizioni delle due parti dopodiché la Corte Federale di Appello deciderà e sulla decisione la parte soccombente potrà fare appello alla Corte suprema americana. Quindi da qui ad almeno il 31 luglio la situazione per ora è congelata e rimane quella che c'era prima del ricorso presentato agli inizi del mese.
Antonello De Fortuna
Cosa mi dice delle trattative tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti?
Lucio Miranda
Non ci sono delle informazioni chiare e puntuali ed entrambe le parti rilasciano delle dichiarazioni ad uso proprio, che più convengono a ciascuna parte in quel momento ma non c'è un'idea chiara di come si stiano svolgendo le cose e forse è meglio che sia così, che tutto si stia svolgendo sotto tono in modo da evitare influenze che possano disturbare le trattative.
Noi di ExportUSA abbiamo il feeling che la cosa si stia risolvendo. Giusto per essere chiari: se la cosa si risolve nei termini migliori il dazio resta il +10%, perciò il dieci per cento aggiuntivo del dieci per cento per tutte le categorie merceologiche esportate dall'Italia negli Stati Uniti. Pensiamo che non si tornerà più allo status quo ante, quando non c'erano questi dazi aggiuntivi.
Antonello De Fortuna
Lei conferma che c'è stato un grosso export verso gli Stati Uniti?
Lucio Miranda
Sì, l'esportazione a partire da novembre e ancora ad oggi, tutti gli importatori hanno fatto front loading in modo massiccio, ed è continuato anche nel primo quadrimestre del 2025 perché ovviamente tutti cercano di importare in anticipo sull'eventuale aumento dei dazi. Ovvio che questa cosa non può andare avanti all'infinito perché poi quando il magazzino è pieno bisogna fermarsi.
Ripeto, noi crediamo che la situazione si congelerà sul +10% e questo accordo diventerà definitivo.
Antonello De Fortuna
Se resteranno dazi del +10%, quali saranno i settori più penalizzati?
Lucio Miranda
In termini di choc psicologico sono l'arredamento e la cosmetica perché fino a ieri il dazio era zero. Quindi generazioni di aziende della cosmesi e dei mobili che del dazio non si erano mai dovute neppure lontanamente preoccupare perché appunto il dazio era zero, adesso si trovano a gestire un dazio del 10% partendo da zero.
Per quanto riguarda gli altri settori non è che ce ne sia uno più penalizzato degli altri nel senso che questi dazi hanno in maniera democratica colpito tutti i paesi e tutte le categorie merceologiche. Ovvio che in termini percentuali se io esportavo quel tipo particolare di calzatura che che pagava il 30%, il +10% che mi porta a +40%, in termini percentuali incide molto meno della cosmetica che parte da zero e si trova a +10%.
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