NAFTA è qui per restare: a discapito delle ultime notizie dall’amministrazione Trump, il trattato commerciale tra Canada, Stati Uniti e Messico difficilmente subirà delle modifiche contrattuali o esecutive, anche se la diplomazia e il settore privato chiedono un update 2.0 

Una delle poche certezze che da decenni contraddistingue la burocrazia e le transazioni commerciali del continente americano è il NAFTA: North American Free Trade Agreement, un trattato commerciale tra Canada, Stati Uniti e Messico che ha minimizzato se non eliminato gran parte delle tariffe doganali tra i paesi e facilitato gli investimenti in tecnologia e lavoro verso soprattutto il Messico


Il NAFTA è nato nel 1994 come esperimento economico per aumentare l’interscambio commerciale tra i paesi e beneficiarne i lavoratori aumentando il numero e la qualità dell’occupazione.  L’accordo ha eliminato i dazi su più della metà dei prodotti esportati dal Messico e su un terzo di quelli esportati dagli USA, incrementando notevolmente il commercio di beni agricoli e gli investimenti in innovazione. Si stima che il PIL dei rispettivi paesi sia cresciuto fino all’1,5% in più rispetto alle condizioni pre-NAFTA, mentre il miglioramento nel welfare si è sentito in particolare in Messico, dove sono avvenuti i più importanti investimenti in infrastrutture per supportare il commercio di confine, prima assenti.

Pochi giorni fa il Segretario al Commercio Wilbur Ross ha proposto di inserire una “Sunset Clause” una clausola di terminazione al trattato che in sostanza porterebbe l’interruzione automatica del NAFTA entro 5 anni a meno che le parti coinvolte non si accordino per estenderne la durata.

Alessandro Colnago di ExportUSA ha partecipato ad un Forum economico sul rapporto tra Stati Uniti e America Latina organizzato dalla Camera di Commercio Spagnola a New York e ha incontrato diversi esponenti del settore pubblico, privato, cosi come della comunità diplomatica tra cui Jorge Roldós, Vice Direttore del Dipartimento Emisfero Occidentale del Fondo Monetario Internazionale, Lisa Schineller, Direttrice del Rating Fondi Sovrani di Standard & Poor, Geronimo Gutierrez, Ambasciatore Messicano negli Stati Uniti, chiedendo il loro punto di vista.

Il sentimento generale è che vi sia l’esigenza di ammodernare il NAFTA per riflettere i nuovi tipi di interscambio commerciale non previsti nel 1994 che interessano software, servizi tecnologici delocalizzati e proprietà intellettuali. Detto questo, inserire una “Clausola del Tramonto” non farebbe altro che aumentare l’incertezza per le aziende che investono miliardi di dollari nella regione con un ottica di ritorno ben più lunga di 5 anni e scoraggiarle a proseguire lo sviluppo.

E’ vero che in questa situazione è il Messico a beneficiare più di investimenti stranieri grazie al costo di manodopera e infrastrutture contenuto, ma in realtà i beneficiari ultimi sono i gruppi imprenditoriali europei e asiatici, i cui paesi hanno leve politiche ed economiche verso gli Stati Uniti anche più forti di quelle messicane. NAFTA, anche se in versione 2.0, è qui per restare. 

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