Aggiornamenti sulla Web Tax e la Global Minimum Tax e la reazione degli Stati Uniti

Aggiornamento del 28 Ottobre 2025

Interessante rileggere questo articolo scritto sei anni fa sulle reazioni degli Stati Uniti all'introduzione della Web Tax intitolato: La web tax in Francia, Italia e Europa.

ExportUSA  aveva preconizzato che ci sarebbe stata una ritorsione da parte degli Stati Uniti e la ritorsione c'è stata. Anzi, la parola ritorsione fiscale era nel titolo di un provvedimento di legge, poi ritirato, che rappresentava la reazione americana alla We Tax.

Ribadiamo i motivi per cui anche noi di ExportUSA riteniamo che la Web Tax, così come era stata applicata a livello europeo, rappresenti una forma di tassazikone discriminatoria:

Per un approfondimento sulla Wb Tax rimandiamo all'articolo pubblicato il 30 Aprile 2025 sul sito di ExportUSA :

Web Tax e Dazi USA

Nel 2019, questa forma di tassazione fu introdotta dalla Francia a cui subito si accodarono Spagna e Italia. La paventata ritorsione americana non si concretizzò mai anche perchè di li a poco il COVID avrebbe imposto nuove priorità.

Questo fino al 2025, quando l'amministrazione Trump ha imposto un ultimatum ai paesi dell'OCSE: Ritirare la cosiddetta Web Tax oppure subire le conseguenze contenute nella Section 899 del Big, Beautiful, Bill che di li a poco il congresso americano si apprestava ad approvare. 

Quanto previsto dalla Section 899 avrebbe avuto ricadute dirette sui profitti delle filiali americane di società europee ben più gravi dei dazi e, anche grazie alla mediazione del Segretario del Tesoro Scott Bessent, si addivenne ad un accordo: I paesi OCSE si impegnarono ad eliminare la Web Tax e gli Stati Uniti avrebbero rimosso Section 899 dal disegno di legge originario.

Lo stesso accadde con il Canada, che, per evitare un inasprimento dei dazi, si vide costretto ad eliminare la versione canadese della Web Tax.
https://www.pwc.com/ca/en/services/tax/publications/tax-insights/canada-digital-services-tax-act-2025.html#:~:text=In%20brief,to%20their%20relevant%20accounting%20standards.

Assieme alla Web Tax, i paesi europei accettarono anche di eliminare la Global Minimum Tax sui profitti delle multinazionali con fatturato globale superiore ai $750 miliardi.
https://www.fiscoetasse.com/new-rassegna-stampa/2448-le-multinazionali-usa-esentate-dalla-global-minimum-tax.html

Aggiornamento del 5 Dicembre 2019

Come puntualmente previsto da ExportUSA in un articolo pubblicato sul nostro sito il 13 Luglio scorso, scatta la minaccia di ritorsione da parte dell'America.

La web tax in Francia, Italia e Europa

La Francia, senza consultare nè coordinarsi con il resto dei paesi europei, introduce la Web Tax a Luglio 2019, gli Stati Uniti la accusano di "discriminazione fiscale" e minacciamno ritorsioni, totale immobilismo di Francia ed Europa per sei mesi, e adesso puntuale arriva la minaccia di ritorsione da parte degli USA entro il 15 Gennaio 2020.

Trump minaccia Francia ed Europa sulla digital tax: Discrimina società Usa, se approvata sì a nuovi dazi - Il Fatto Quotidiano; 04 Dicembre 2019

Qualcuno qui ha già minacciato una risposta unitaria da tutta l'Europa. Ma come? Prima la Francia fa tutto da sola e adesso tutta l'Europa deve rispondere e farsi carico, nuovamente, dei problemi creati dalla Francia? Non bastava la vicenda Airbus?  Non ci si poteva pensare nei sei mesi passati nell'inerzia più totale?

Nel nostro piccolo avevamo abbozzato un'idea per risolvere il problema alla radice. Ripubblichiamo oggi l'articolo scritto il 13 Luglio scorso per rilanciare l'idea. Chissà... forse adesso che la Francia, ma anche l'Italia, ha la pistola alla tempia magari qualcuno la prenderà in considerazione.


Articolo originario pubblicato il 13 Luglio 2019
 

Web Tax in Francia, Italia [Europa ?] - I rischi di ritorsione da parte dell'America

Suggerimenti per una politica fiscale comune in Europa a riguardo della tassazione dei servizi digitali. La mancanza di una politica fiscale armonizzata a livello europeo crea situazioni di arbitraggio fiscale addirittura tra gli stessi paesi europei

Mutuando le varie definizioni di stabile organizzazione [Nexus] dalla fiscalità americana si potrebbe trovare una soluzione ottimale ed evitare anche una guerra fiscale con gli Stati Uniti

È notizia di questi giorni che la Francia intende adottare una web tax per colpire le transazioni online delle piattaforme del tipo GAFA [Google, Amazon, Facebook, Apple]. La web tax francese sarà pari al 3% del fatturato [ma non si capisce bene come calcolare la base imponibile] e si applicherà alle società con oltre 750 milioni di euro a livello globale, di cui almeno 25 milioni realizzati in Francia.

Immediata la prevedibile reazione americana che parla di discriminazione nei confronti dell'America visto che la web tax colpirà soprattutto i colossi del web americani.

Il 12 Marzo 2018 una proposta simile a livello europeo era stata bocciata a causa dell'opposizione di Irlanda, Svezia e Danimarca. L'Italia aveva implementato una web tax nel 2017 e poi ancora nel 2018 ma non sono mai stati emessi i decreti attuativi per cui la web tax italiana rimane al momento lettera morta.
 

Non abbiamo bisogno di una web tax: basta usare principi fiscali normalmente accettati a livello internazionale

In questo modo avremmo disinnescato ogni pretesa di discriminazione fiscale da parte degli Stati Uniti. Quando parliamo di principi fiscali generalmente accettati, ci riferiamo ad esempio alle regole di nexus che gli stati americani usano per attribuire il reddito di una società allo stato e tassarlo di conseguenza.

Prendiamo ad esempio le nuove regole di nexus adottate dalla Stato di New York nel 2015. Il nexus per l'erogazione di servizi prevede che il servizio sia tassabile nello Stato di New York quando il servizio è "enjoyed in the State of New York". In questo modo si eliminano tutte le problematiche legate al fatto che il servizio possa essere fornito da un server e che questo server si trovi, fisicamente, in stati a fiscalità privilegiata.

Perchè non applicare questa definizione per attribuire il reddito pubblicitario di una società come Google ai vari stati? In concreto, Google dovrebbe pagare le tasse in Italia per tutti i servizi erogati da Google ed "enjoyed" in Italia, tra cui la pubblicità ma anche tutti gli altri servizi immateriali che Google, o altre piattaforme simili, normalmente vendono.

Si tratta di un principio generale di tassazione e non di una nuova tassa [web tax o altro] che attraverso il meccanismo del credito di imposta eviterebbe la doppia imposizione per le società che devono pagare la tassa, e che avrebbe il vantaggio di tassare in un paese [Italia, Francia o altro] tutto e solo il reddito per la fornitura di servizi magari creati in altri paesi ma riferiti a servizi "enjoyed" nel paese di destinazione, ovvero quello dove l'utente del servizio si trova.

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