Ingegnerizzazione doganale per ridurre i dazi per gli USA

Sfruttare le classificazioni doganali per ridurre i dazi di importazione per gli USA non è vietato: una sentenza dei giudici americani ribadisce un importante concetto alla base delle operazioni import negli Stati Uniti

Quando il prodotto non è mascherato e la fatturazione non è ingannevole, allora il prodotto deve pagare il dazio per come si presenta al momento dell'importazione negli Stati Uniti. Che il prodotto venga poi rielaborato o modificato in seguito non è rilevante ai fini del calcolo del dazio per gli USA. Per arrivare a questa decisione il giudice ha analizzato casi analoghi. Ci sono stati diversi casi d'importazione di prodotti alimentari che hanno ottenuto retroattivamente l’applicazione di dazi vantaggiosi.

In altre parole, non importa se l'intenzione dell'importatore è riassemblare l’articolo importato; la dogana deve classificare i prodotti in base alla loro condizione in quel momento e applicare il dazio doganale di importazione relativo.


Il caso all'origine:

Nella sentenza 17-102 emessa il 16 agosto 2017, la Corte Internazionale del Commercio degli Stati Uniti ha dato ragione alla Ford Motor Company. Il veicolo Transit Connect è stato giustamente classificato come veicolo passeggeri e sono stati quindi applicati i minori dazi di importazione per gli USA previsti per i veicoli passeggeri rispetto a quelli commerciali.

Ford ha importato negli Stati Uniti il veicolo Transit Connect: sia il modello commerciale che quello passeggeri. Ford ha sviluppato entrambi i modelli da un veicolo passeggeri che è stato venduto in Turchia. Entrambi i modelli avevano le stesse funzioni di sicurezza in modo da poter soddisfare gli standard di sicurezza degli Stati Uniti imposti dal NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration).

Entrambi i veicoli avevano caratteristiche strutturali e ausiliarie uguali. Il modello passeggeri è stato consegnato ai clienti in America ed è stato modificato dopo lo sdoganamento apportando diverse modifiche quali la rimozione dei sedili posteriori, l'aggiunta di un piano piano per aumentare la zona di carico a discapito della zona passeggeri, ecc., riportandolo di fatto ad essere un veicolo commerciale. Ovviamente l'acquirente è libero di decidere se apportare o meno queste modifiche. In altre parole può utilizzarlo per il trasporto delle persone o modificarlo in veicolo commerciale.


La questione da risolvere è stata se questi modelli di Transit Connect fossero stati progettati effettivamente per il trasporto di persone. Le tasse d'importazione sono del 2,5% per i veicoli passeggeri mentre per i veicoli commerciali salgono al 25%.

Il tribunale ha convenuto con Ford che si trattasse effettivamente di un veicolo per il trasporto delle persone, per diversi motivi. Innanzitutto, il tribunale ha applicato gli stessi principi (che sono stati utilizzati nella causa "Marubeni Am. Corp" contro gli "Stati Uniti") che hanno classificato il Nissan Pathfinder come veicolo passeggeri.

La Marubeni Am. Corp ha vinto grazie alla riprogettazione delle caratteristiche strutturali e ausiliarie del veicolo. Inoltre, nel caso Ford, il tribunale ha esaminato le norme di riferimento e confermato che il van è stato realizzato in rispondenza alle caratteristiche di un veicolo per il trasporto di persone.
Il Transit Connect al momento dell'importazione risponde a tutti gli standard di sicurezza ed ha tutte le caratteristiche di un veicolo passeggeri quindi come tale deve essere tassato.


Se non fosse così, bisognerebbe in effetti "seguire" ogni prodotto importato e valutare come è fatto e come viene utilizzato. Per arrivare a questa decisione il giudice ha analizzato casi analoghi.
Ci sono stati diversi casi d'importazione per esempio di alimenti e parti di armi e munizioni, che hanno ottenuto l’applicazione di tasse vantaggiose. Il punto è, in tutti questi casi, che la merce deve rispondere ai requisiti dichiarati al momento dell'importazione.

Quando il prodotto non è "mascherato" e la fatturazione non è ingannevole, allora il prodotto deve essere tassato per come si presenta al momento dell'importazione. Che venga poi rielaborato o modificato in seguito non è rilevante. Cioè, non importa se l'intenzione dell'importatore è riassemblare l’articolo importato, la dogana deve classificare i prodotti in base alla loro condizione in quel momento.


Così facendo, il tribunale americano ha riconosciuto i princìpi tariffari risalenti all'Ottocento che sostengono che gli importatori possono avvalersi della tassa d'importazione calcolata sul seguente criterio: valutare la merce nel momento dell'importazione.

E anche in questo caso il giudice americano ha quindi applicato questo concetto, ben consolidato, che tutte le merci devono essere classificate al momento dell'importazione. 

Questo caso specifico riguarda la classificazione dei veicoli a motore importati negli Usa, ma i princìpi qui affermati trovano applicazione per svariati prodotti e operazioni d'importazione negli USA

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