Protezione della proprietà intellettuale negli Stati Uniti nel caso di creazioni opere e lavori frutto di applicazioni di intelligenza artificiale
Aggiornamento del 16 Novembre 2025
Secondo la normativa americana sulla protezione della proprietà intellettuale negli Stati Uniti le opere create esclusivamente da un sistema di Intelligenza Artificiale generativa non possono beneficiare della tutela del diritto d’autore, in quanto prive del requisito dell’autorialità umana.
La protezione può invece essere riconosciuta alle contribuzioni creative umane inserite in un’opera che incorpora contenuti generati dall’AI, a condizione che l’autore dimostri un apporto creativo autonomo e sostanziale e che, in sede di registrazione presso lo U.S. Copyright Office, dichiari espressamente quali porzioni dell’opera siano state prodotte dall’intelligenza artificiale.
La normativa su diritti d'autore per il mercato americano e opere create con l'ausilio dell'intelligenza artificiale è in continua e rapida evoluzione ed è questa la ragione per la quale abbiamo ritenuto utile pubblicare questo aggiornamento della pagina del sito di ExportUSA
AI e diritto d’autore negli Stati Uniti
- Opere create esclusivamente dall’AI
Non sono tutelabili poiché manca l’autorialità umana, requisito imprescindibile della normativa statunitense.
- Opere miste (AI + intervento umano)
Possono beneficiare della protezione limitatamente alle parti create dall’essere umano, ad esempio: modifiche, adattamenti o trasformazioni creative di contenuti generati dall’AI; organizzazione, composizione o selezione originale dei materiali prodotti dall’AI.
- Registrazione e obblighi di disclosure
In sede di deposito dell'opera con l'ufficio dello U.S. Copyright Office per ottenere la protezione della proprietà intellettuale in America occorre indicare con precisione le parti generate dall’AI e il richiedente la protezione del diritto d'autore può rivendicare diritti solo sulle porzioni di propria creazione.
Aggiornamento del 7 Gennaio 2024
L'avvento dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale nei campi più vari, dalla scienza, all'arte, al lavoro d'ufficio di tutti i giorni, crea situazioni nuove dal punto di vista dell'applicazione delle normative. È interessante vedere come il diritto interpreti consolidati principi di ordine generale per applicarli alle nuove situazioni che il progresso tecnologico crea. Da questo punto di vista gli Stati Uniti sono un sistema sociale e legale interessante perché si tratta di una società molto pro business che favorisce la nascita e lo sviluppo continuo di nuove idee, nuovi concetti, e nuovi prodotti o servizi. Dall'altro lato, il sistema legale americano è strutturato in maniera tale da recepire questi cambiamenti, seguirli, e adottare di continuo i principi fondanti del sistema legale alla mutata realtà economica e sociale. Oggi analizziamo il rapporto tra diritto di protezione della proprietà intellettuale e i sistemi di intelligenza artificiale che possono creare opere dell'ingegno apparentemente meritevoli di essere protette con un brevetto un trademark un patent o un copyright.
Lo scorso Dicembre l'Ufficio Brevetti [Copyright] degli Stati Uniti ha negato per la seconda volta la richiesta di A.Sahni per la registrazione del copyright di un dipinto. Come nei precedenti casi legati all'utilizzo di intelligenza artificiale generativa, il rifiuto si basa sulla mancanza di "autorialità umana" nell'opera e sulla mancanza del "controllo creativo" nella generazione dell'opera da parte del richiedente il copyright. Dall'inizio del 2023, quando l'Ufficio Copyright ha iniziato a pronunciarsi sulla possibilità di accordare protezione intellettuale sul mercato americano dell'arte generata con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, le linee guida erano molto incerte. Ancora lo sono, tuttavia, ogni successiva decisione dell'Ufficio Brevetti americano aiuta a chiarire i principi guida per il copyright in casi simili.
Immagine di cui si chiedeva il copyright per l'America

Per creare il dipinto, l'autore è partito da una fotografia scattata da lui stesso, poi ha utilizzato una applicazione di intelligenza artificiale per morfare la fotografia in un dipinto nello stile de "La Notte Stellata" di Van Gogh. Nelle domande di copyright, l'applicazione di intelligenza artificiale era indicata come co-autore dell'opera, ma era indicato solo se stesso come richiedente del copyright.
Foto e quadro di Van Gogh usate per generare l'immagine precedente


Il richiedente basava la richiesta di copyright sul fatto che le decisioni prese da lui - selezionare l'opera originale, selezionare lo stile desiderato, e specificare le variabili fossero sufficienti per renderlo "autore" dell'intera opera. L'Ufficio Copyright per gli USA non è stato d'accordo, affermando che "gli elementi espressivi dell'autorialità pittorica non sono stati forniti dal richiedente". In altre parole, "l'app di intelligenza artificiale, e non il richiedente, era responsabile per determinare come interpolare le immagini di base e di stile in conformità con il valore del trasferimento di stile". L'Ufficio Copyright ha enfatizzato la natura generativa dell'IA e come il modello di IA, a differenza dell'utente, "preveda stilizzazioni per dipinti e texture mai osservate in precedenza", dove era tale lavoro predittivo a fornire il contributo principale all'opera, e non le istruzioni impartite dal richiedente.
Secondo la decisione dell'Ufficio Copyright per gli Stati Uniti l'"autorialità umana" non può essere soddisfatta solo con la direzione e le idee creative. È l'espressione effettiva dell'idea creativa, che è ciò che la legge sul copyright americana intende proteggere, deve essere creata da un essere umano, e in questo caso il lavoro espressivo è stato invece svolto dalla applicazione di intelligenza artificiale.
Opinione originale dell'Ufficio Brevetti americano
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