Certificazione degli impianti di produzione per l'esportazione di salumi negli Stati Uniti d'America

La certificazione degli stabilimenti di produzione è il requisito fondamentale per poter esportare salumi e prosciutto negli Stati Uniti

Aggiornamento del 1 Luglio 2024

Toscana e Umbria si aggiungono all’elenco di regioni dalle quali è possibile esportare salumi negli USA.

Si amplia, quindi, l’area della cosiddetta Macroregione del Nord: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana, Umbria e le province autonome di Trento e Bolzano sono ufficialmente indenni da MVS anche per gli americani.

Ciò significa che adesso ExportUSA certifica anche i prosciuttifici e salumifici toscani e umbri, che potranno godere dei vantaggi di vendere su un mercato che ha sempre più fame di prodotti italiani di eccellenza.

Articolo originariamente pubblicato il 15 Marzo 2021

La vendita di salumi e prosciutto negli Stati Uniti è in costante incremento dal 2010

I consumatori americani hanno cominciato a riconoscere ed apprezzare i salumi dei produttori italiani e il salame di Beretta o il prosciutto di Citterio sono ormai ovunque nei supermercati in America. ExportUSA è ora in grado di certificare gli impianti di produzione degli insaccati per l'esportazione di salumi italiani negli Stati Uniti d'America. Importare insaccati come salame o mortadella e prosciutto crudo o cotto negli Stati Uniti è sempre stato difficile a motivo dei controlli ed ispezioni sanitarie in America condotte dalla FDA e dalla USDA

Da oggi ExportUSA ha il modo di impostare e svolgere l'intera procedura di certificazione degli impianti attraverso la partnership con una delle migliori società italiane di tecnologia alimentare. Il mercato americano rappresenta un'opportunità unica per l'export di prosciutti perché i salumi Made in Italy sono ormai conosciuti per la loro qualità superiore e anche perché salame e prosciutto sono entrati nella dieta dei consumatori in America 

Tutte le catene di supermercati in America vendono svariate marche di salame e prosciutto.
Oltre ai marchi tradizionali americani [Oscar Mayer, Hillshire Farm and Hormel], anche i supermercati tradizionali offrono in vendita almeno un marchio di salumi italiano.

Interessante notare che si sono affacciati sul mercato anche marchi di salame/prosciutto con un nome italiano ma che italiani non sono: Salami Olli e Prosciutti La Quercia.

Se l'occasione per aumentare le vendite attraverso l'esportazione di salumi negli Stati Uniti è ghiotta, va anche detto che se gli impianti di produzione non sono certificati, ovvero non sono a norma secondo le direttive emanate dalla FDA [Food and Drug Administration] e dalla USDA [il Dipartimento dell'Agricoltura americano] è vietato importare carni lavorate negli Stati Uniti d'America.

Nel 2014, le vendite di salame, prosciutto, mortadella e insaccati italiani negli Stati Uniti sono aumentate a volume del 21.1% e a valore del 19.7%.

Nel 2015, le importazioni di prosciutto di Parma negli Stati Uniti sono aumentate del 12.5%: l'esportazione di prosciutto di Parma in America ha quindi raggiunto i 565.000 prosciutti

Le vendite totali di prosciutto e salame negli Stati Uniti sono stimate in oltre 2 miliardi di dollari. Circa il 50% del mercato è appannaggio dei tre maggiori brand americani, ovvero Oscar Mayer, Hillshire Farm and Hormel [niente a che vedere, neppure lontanamente, con la bontà e la qualità dei prosciutti e dei salami italiani..].  

Il successo di vendita del prosciutto italiano negli Stati Uniti è sfruttato da produttori americani come Olli Salami e La Quercia [prosciutto] che, in verità, producono salame e prosciutto di ottima qualità e hanno raggiunto un buon grado di penetrazione all'interno della distribuzione in America tra supermercati e specialty store.

La Quercia LLC - http://laquercia.us/

Olli Salumeria - https://olli.com/

La criticità risiede nella Listeria.
Per poter importare insaccati ["cured meat"] in America, i salumi non devono presentare alcun livello di Listeria al loro interno.

È da notare che vengono condotti controlli sui salumi all'atto dell'ingresso in dogana in America ma poi anche in seguito direttamente nei supermercati ad esempio, dove FDA/USDA operano ispezioni congiunte sulle confezioni di salame o prosciutto poste in vendita al pubblico in America.
 

La certificazione degli stabilimenti produttivi per esportare prosciutto negli Stati Uniti ha due livelli:

ExportUSA, attraverso la società partner esperta in tecnologia alimentare e specializzata sulle certificazioni per gli Stati Uniti, è in grado di assistere le aziende italiane in tutto il processo di certificazione degli stabilimenti di produzione di insaccati, prosciutti e salame per poter affrontare con successo l'ispezione della FDA e USDA.
 

La certificazione degli impianti è cruciale: senza non è possibile importare salumi negli Stati Uniti 

La certificazione degli impianti di produzione degli insaccati vengono condotte una o due volte all'anno

Una commissione congiunta di delegati FDA/USDA arriva appositamente dall'America e lavora assieme a funzionari italiani del ministero.

L'ispezione finale, preceduta da diverse pre-ispezioni che include la revisione di documenti e procedure, investe due aspetti fondamentali: processi e procedure [manuale HACCP in primis] e l'impianto di produzione in sé [macchinari, personale, manutenzione, disposizione dei macchinari, magazzini, pratiche di conservazione dei salumi etc.]

Il costo per la certificazione degli impianti di produzione di prosciutto e salame non è banale ma è il requisito di base per poter vendere in America. Va visto da una parte come un investimento e dall'altra come il biglietto di ingresso nel mercato al momento più promettente per vendere salami e prosciutto: gli Stati Uniti d'America.

Photo by Andrew Molyneaux on Unsplash

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