Produzione e post produzione video e TV negli Stati Uniti d'America

In America la tv commerciale ha perso appeal, soprattutto per la fascia piu’ giovane di utenti, in favore della visione di contenuti video on-demand e oramai  il sorpasso è ufficiale: Netflix batte HBO 30 a 28,7. Milioni di abbonati, ovviamente.

Le grandi produzioni televisive stanno tremando e con loro tutti gli studios di filiera, dai creativi alle agenzie di post produzione. Infatti in America gli spettatori stanno passando sempre più tempo sui provider di servizi streaming e considerano sempre più normale fruire dei contenuti secondo questa modalità. Da una recente statistica emerge che Netflix, gigante californiano  nell’offerta di contenuti in streaming, nella fascia di eta’ 18-36 anni e’ diventato popolare quasi quanto la tv via cavo : la percentuale di chi lo preferisce rispetto alla televisione arriva al 43%.

Ma chi è Netflix e cosa fa?

Per chi non la conoscesse,  Netflix e’ un’azienda californiana che ha iniziato la propria attività negli anni 90, noleggiando videocassette e dvd a domicilio appoggiandosi al servizio postale americano. Oggi fattura 2 miliardi di dollari all’anno e impiega (dati 2013) circa 2000 persone,  Forbes la inserisce al 1969esimo posto su 2000 aziende e al 870esimo posto per il valore di mercato delle azioni ed è  uno dei più popolari provider di contenuti streaming insieme ad Hulu, Amazon, Google Chromecast, Roku, Redbox.

Ma quello che la differenzia da tutti gli altri è che la piattaforma TV in streaming made in California  è la prima ad aver lanciato e prodotto una serie tv disponibile unicamente in streaming, che tra l’altro è stata anche la prima serie televisiva non trasmessa da un canale tv a vincere un Golden Globe (per la protagonista femminile) e tre Emmy Awards.

La serie tv, con protagonisti Kevin Spacey (anche produttore esecutivo) e Robin Wright, racconta le vicende del politico arrivista e corrotto Frank Underwood tra intrighi, tradimenti e complotti machiavellici nel contesto di una Washingotn verosimigliante ma falsata, ed è basata sull’ omonimo romanzo scritto da Michael Dobbs, un ex capo di stato maggioredella sede del Partito Conservatore britannico durante l’epoca Tatcher.  

La serie è stato un vero volano per la crescita dell’azienda che ora conta 44,35 milioni di abbonati, i quali nell’ultimo trimestre dell’anno passato hanno portato alla compagnia un fatturato di 1,18 miliardi  di dollari, in aumento del 15% anno su anno, e ricavi netti per 48 milioni di dollari, contro i 3 milioni del 2012. Inoltre la società è attualmente quotata 593 volte gli utili per azione dell’ultimo anno, che è un dato piuttosto impressionante anche per un azienda nel settore Internet.

Le previsioni degli analisti per il futuro sono positive, in quanto la società prevede di aumentare i propri fatturati espandendosi all’estero (Europa, ma ancora non in Italia) e fidelizzando un mercato americano sempre più maturo e sempre più disposto a migrare verso piattaforme internet a scapito della tradizionale tv via cavo, resa sempre meno attraente dagli alti costi del servizio e da un offerta di contenuti poco innovativa e troppo orientata ai profitti pubblicitari.

Probabilmente è  proprio questo il motivo che ha spinto Netflix ad aumentare la posta in gioco,  infatti la compagnia ha da poco annunciato che si impegnerà a produrre  ben 5 show originali all’anno.

Potrebbe essere la nascita di un nuovo modo di fare entertainment?

Se comprare i diritti di una sola serie è costato 100 milioni di dollari, non si può fare a meno di chiedersi : cosa succederebbe se non solo Netflix, ma anche tutti i competitor, si mettessero a produrre serie e contenuti originali invece di riproporre shows trasmessi dalla tv via cavo?

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