
29 Luglio 2025
Dazi: con l'accordo USA-UE si riparte
L'intervento di Lucio Miranda a Focus Economia su Radio24
[→ clicca qui per ascoltare l'intervista integrale sul sito web di Radio Radicale]
Con l’introduzione del dazio USA al 15%, le aziende italiane devono rivedere le strategie di esportazione. Lucio Miranda, presidente di ExportUSA, spiega come ridurre l’impatto grazie a protocolli alternativi di importazione e chiarisce quali settori sono realmente penalizzati.
Tra le soluzioni più richieste allo sportello dazi di ExportUSA c’è il protocollo che consente di calcolare il dazio non sul prezzo di importazione ma sul costo industriale. In settori come la moda, la cosmetica e le calzature, dove il costo industriale rappresenta anche solo il 25% del prezzo finale, i risparmi possono essere notevoli.
L'accordo tra Stati Uniti e Unione Europea che ha fissato i dazi USA al 15% rappresenta un nuovo capitolo per le aziende italiane che puntano al mercato americano. Dopo mesi di incertezza, la definizione di una tariffa chiara offre finalmente una base solida per la pianificazione. ExportUSA, con il suo "Sportello Dazi", si posiziona come partner strategico per le imprese, offrendo consulenza mirata per muoversi in questo nuovo scenario.
Lucio Miranda, presidente di ExportUSA, rivela come le richieste più frequenti riguardino la classificazione dei beni e l'applicazione di specifici protocolli di importazione. Sebbene il dazio generalizzato al 15% renda la classificazione meno "cruciale" in termini di aliquota, resta fondamentale per l'identificazione corretta del prodotto. La vera opportunità risiede nell'ottimizzazione dell'applicazione del dazio.
ExportUSA, in collaborazione con studi legali specializzati come GDLSK di New York, assiste le aziende nell'applicazione di protocolli di importazione che possono ridurre significativamente l'impatto dei dazi:
Contrariamente a una diffusa "leggenda", il dazio del 15% non mette in ginocchio il settore vinicolo italiano negli Stati Uniti. Miranda spiega con un esempio pratico: se il prezzo medio di importazione del Prosecco è di 5,50 dollari, il 15% di dazio ammonta a soli 0,825 dollari. Considerando che il prezzo al dettaglio di una bottiglia di Prosecco a New York varia tra 18 e 25 dollari (o più), un incremento di meno di un dollaro è marginale e facilmente assorbibile dalla lunga catena di distribuzione. Questo vale per tutti i vini e liquori, dove la differenza tra costo di importazione e prezzo finale al consumatore è ampia.
L'introduzione di questi dazi genera un significativo gettito fiscale per gli Stati Uniti. Il presidente di ExportUSA stima, spannometricamente, un incasso annuale di circa 600 miliardi di dollari, basato sul fatto che un dazio del 15% non è tale da causare un crollo delle importazioni. Gli USA hanno già incassato 100 miliardi di dollari in dazi, un dato storico.
Per quanto riguarda la posizione europea, suggerisce che la strategia di Ursula von der Leyen di non reagire immediatamente in modo aggressivo sia stata oculata. La partita non è ancora chiusa: l'accordo politico dovrà ora essere tradotto in dettagli tecnici, e "il diavolo è nei dettagli". Questo lascia spazio a future negoziazioni e all'applicazione di contromisure, se necessario.
L'intervento di Lucio Miranda a Focus Economia su Radio24
Lucio Miranda interviene a RAI Radio3
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