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Aggiornamento del 18 Novembre 2025
Negli ultimi 12 mesi l'investimento nella costruzione di data center negli USA è stato pari a 38 miliardi di dollari mentre nel 2025 la spesa per la costruzione di nuove fabbriche in America ha raggiunto i 228 miliardi di dollari. Nel 2025, la spesa per la costruzione di data center in America è aumentata del 25% su base annua, raggiungendo 3,7 miliardi di dollari ad agosto 2025 e crescendo di quasi il 400% dal 2021
La fonte dei dati sugli investimenti nel rinnovo delle infrastrutture del mercato americano riportati in questa pagina è il Census Bureau - Federal Statistical Research Data Centers
Gli accordi commerciali conclusi ad Ottobre tra Stati Uniti e Tailandia, Cambogia, Australia, Giappone, e Malesia conclusi nel mese di Ottobre mirano a rafforzare la supply chain americana per la fornitura di metalli critici e terre rare, e a diminuire la dipendenza dalla Cina per l'approvvigionamento di metalli critici e terre rare. Gli Stati Uniti attualmente importano oltre il 50% di 46 materie prime minerarie non energetiche, con la supply chain di 15 metalli critici completamente dipendenti dalle importazioni, mentre la Cina controlla il 90% della raffinazione mondiale delle terre rare.
Lista USA dei minerali critici per l'economia americana - Confronto con le terre rare
L'Energy Act del 2020 definisce come minerali critici quei materiali che:
Aggiornamento del 30 Aprile 2023
Il Global Supply Chain Pressure Index (GSCPI), pubblicato dalla Federal Reserve Bank di New York ogni mese, misura il livello di tensione della supply chain in America. A Marzo questo indice, che a sua volta prende in considerazione altri indici tecnici specifici del mondo della logistica, spedizioni, e commercio internazionale, è ritornato ai livelli pre COVID. La carenza di prodotti, i colli di bottiglia nei porti e le interruzioni delle spedizioni degli ultimi tre anni si stanno risolvendo e una nuova era di stabilità sembrerebbe essere all'orizzonte.
Il mercato americano sta adattando le operazioni alle mutevoli pressioni del mercato e alla geopolitica diversificando gli approvvigionamenti. I cambiamenti in superficie includono una minore dipendenza dall'Asia, in particolare dalla Cina, e l'uso di una maggiore tecnologia di automazione per mantenere in funzione le linee di assemblaggio e le operazioni di magazzino.
Ma ci sono cambiamenti più duraturi che negli anni a venire influenzeranno in modo più ampio il modo in cui le aziende americane ottengono le materie prime e le parti, dove producono i beni e come spediscono i prodotti finiti ai consumatori. Nel loro insieme, i cambiamenti segnano il più grande cambiamento nel modo in cui le catene di approvvigionamento vengono gestite da quando l'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio nel 2001 ha inaugurato una nuova era di globalizzazione.
Le catene di approvvigionamento postpandemiche vengono costruite con un focus sulla regionalizzazione, con la produzione più vicina a dove le aziende si aspettano di vendere i propri prodotti. I produttori americani si stanno anche muovendo per ampliare la base di fornitori in tutto il mondo, allontanandosi dal single-sourcing, e stanno aggiungendo l'automazione a tutto, dalle operazioni di magazzino alle decisioni di approvvigionamento.
La più grande vittima nelle nuove strategie della catena di approvvigionamento è stata il Just-in-Time.
La trasformazione della supply chain è un processo in evoluzione, lungi dall'essersi concluso, e, ovviamente, comporta costi ed investimenti. Più in generale, nel breve periodo sarà più costoso produrre tutta una serie di prodotti rispetto a quando la produzione era delocalizzata in Cina ad esempio. Da una parte perchè serve recuperare i costi dell'investimento in automazione, dall'altra perchè i costi di produzione saranno generalmente più alti.
Questa situazione di aumento dei costi può essere scambiata per inflazione ma non è inflazione bensì un riadattamento dei costi ad una nuova struttura produttiva. Una volta terminata questa fase di riorganizzazione della produzione l'aumento dei costi dovuto alla nuova struttura della produzione cesserà e con l'ottimizzazione delle procedure cominceremo anzi ad assistere ad una riduzione dei costi.
In altre parole: non è un aumento dei tassi di interesse che può fermare l'aumento dei costi legato al passaggio verso una nuova struttura della supply chain. La FED, e a ruota la BCE, sapranno accorgersene?

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