Esistono strategie efficaci per le PMI italiane, come l'apertura di una filiale americana e l'utilizzo di protocolli doganali alternativi

Emerick De Narda intervista Alessandro Colnago, vicepresidente ExportUSA durante la trasmissione Growth Italia sul canale Class CNBC
 

intervento di alessandro colnago ExportUsa a Class CNBC su strategie pmi negli usa

[→ clicca qui per ascoltare l'intervista integrale sul sito web di Class CNBC]


Le PMI italiane possono affrontare i dazi USA al 15% aprendo una filiale americana e utilizzando strategie come la “prima vendita” o il “costo industriale”, che permettono di calcolare i dazi su valori più bassi rispetto al prezzo di vendita.

Con l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, i beni europei destinati all’export verso gli USA saranno soggetti a un dazio uniforme del 15%. Per molte aziende italiane, soprattutto le PMI, la notizia ha generato preoccupazione, ma secondo Alessandro Colnago, vicepresidente di ExportUSA, ci sono strategie concrete per affrontare questo scenario con successo.

“Per la prima volta, le imprese hanno un quadro certo e stabile su cui pianificare. Il 15% sostituisce tutti i dazi precedenti, semplificando la gestione doganale”.
 

La fine del regime De Minimis

Un ulteriore cambiamento è l’eliminazione del regime “De Minimis”, che fino ad ora permetteva l’ingresso di beni di valore inferiore agli 800 dollari senza dazi. Questo colpisce in particolare le aziende che vendono tramite e-commerce, ma rappresenta anche un’occasione per rivedere la strategia distributiva.

Oggi conviene avere uno stock minimo già sul territorio americano. Così si è più competitivi e si riducono i tempi di consegna.”
 

Due soluzioni per abbattere i dazi

ExportUSA suggerisce due protocolli che permettono di ridurre legalmente la base imponibile da cui viene calcolato il dazio:

  1. Protocollo della prima vendita (First Sale Rule)
    I dazi vengono calcolati sul prezzo pagato dal produttore ai propri fornitori e non sul prezzo finale di esportazione. Questo permette di ridurre sensibilmente l’importo dovuto.
  2. Protocollo del costo industriale
    Una strategia ancora poco utilizzata che consente di calcolare i dazi sulla base dei costi di produzione, invece che sul valore commerciale.

Con queste tecniche, anche le PMI possono essere competitive senza delocalizzare, semplicemente strutturandosi meglio.”
 

Aprire una filiale americana? Questione di settimane

Molte aziende temono le complicazioni burocratiche legate all’apertura di una società negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo Colnago, la procedura è più semplice di quanto si pensi:

 “In tre settimane si può aprire una filiale americana operativa, con costi e adempimenti inferiori a quelli di una SRL italiana.”


Opportunità produttive e incentivi fiscali

Pensare a un’espansione con sede produttiva in America, come uno stabilimento industriale, può sembrare un passo troppo ambizioso, ma è una possibilità concreta. Gli USA offrono incentivi, rimborsi e agevolazioni fiscali alle aziende che investono localmente.

Produrre negli Stati Uniti non significa delocalizzare, ma rafforzare la propria presenza sul mercato più dinamico al mondo.”

La trascrizione integrale dell'intervista

Emerick De Narda
Buongiorno a tutti i telespettatori di Class CNBC e benvenuti all'interno dello spazio dedicato al segmento Growth di Borsa Italiana Euronext. Quest'oggi avremo il piacere di parlare dell'attuale situazione che si trovano ad affrontare le PMI italiane quotate e anche non quotate con la questione dei dazi. E perciò per fare tutto ciò dobbiamo far scendere in campo i pesi massimi, Alessandro Colnago di Exportusa.
Buongiorno Colnago e grazie mille per la disponibilità.
E soprattutto visto che Colnago è di base a New York insomma grazie per la svegliataccia che gli abbiamo fatto fare.
Allora Colnago, oramai l'accordo è stato fatto anche se alcune piccole cose teoricamente dovranno essere riviste, in particolare aleggia la questione export dazi sul vino che ancora non è stata ben identificata. Comunque si parla di un 15% sui beni europei che insomma saranno di sovrapprezzo rispetto a prima. Innanzitutto come hanno preso questa cosa le aziende italiane? Lo ricordiamo che Exportusa è la società di cui Alessandro Colnago è vicepresidente, è una società di consulenza che aiuta le società, le PMI e non solo anche le BIG insomma a capire un po' come sviluppare l'export proprio in USA, Exportusa.
Allora Colnago cominciamo dall'impatto, la notizia è 15% sui beni europei.

Alessandro Colnago
Esatto, la notizia può essere interpretata in diversi modi ma in realtà non è una notizia negativa. Prima di tutto perché finalmente c'è una sembianza di certezza per cui le aziende possono finalmente prepararsi, fare i loro conti e strategie considerando il 15% dei dazi sulle loro esportazioni verso gli Stati Uniti che attenzione non va ad aggiungersi come era per la reciprocal tariff del 10% rispetto ai dazi precedenti ma va a sostituirsi a tutti quelli che erano i dazi calcolati prima.
Quindi se volete addirittura una semplificazione rispetto alla situazione precedente, è un accordo quasi definitivo però con alcuni dettagli che andranno a definirsi nei prossimi giorni. Una cosa che forse è passata un po' in sordina in questo momento perché è una decisione di appena due giorni fa, un ordine esecutivo del presidente Trump è l'eliminazione della regola di De Minimis che ha però un impatto abbastanza notevole. È una regola un po' arcaica che in questo momento viene presa sotto i riflettori perché è una legge che risale nel 1930 e poi è stata costantemente aggiornata e in sostanza vale per o meglio valeva per facilitare tutte le esportazioni di piccolo valore, un valore sotto gli 800 dollari dall'estero verso gli Stati Uniti. Tutte queste esportazioni fino all'altro ieri passavano in regime facilitato, non pagavano alcun dazio e arrivavano al consumatore finale in maniera più veloce e più semplice. Da oggi con l'ordine esecutivo di Trump che dovrebbe cambiare la legge il 29 agosto anche queste esportazioni saranno soggette al dazio, nel nostro caso il 15%.

Emerick De Narda
Mi viene in mente che questo è più per andare contro alla Cina, almeno presumo, poi dentro ci possono essere anche qualche cosa di business da parte delle PMI però presumo che se una PMI esporta vada sopra gli 800 dollari.

Alessandro Colnago
Esattamente, questo è il trattamento che Trump aveva riservato alla Cina e nessuno pensava che lo potesse espandere anche all'export di altri paesi, in realtà l'ha appena fatto. Quindi potrebbe essere interpretata come una notizia negativa perché in realtà per partire una piccola media impresa italiana che vende soprattutto in e-commerce, quindi vende prodotti a valore contenuto, poteva sfruttare questa procedura facilitata. Oggi non lo può più fare e quindi deve cambiare la propria strategia avvicinandosi ancora di più al cliente americano e considerando di avere un piccolo stock negli Stati Uniti per essere più veloce a servirlo, a parità di dazio.

Emerick De Narda
Cosa le chiedono le PMI in questi giorni a Exportusa? Di cosa hanno bisogno? Quali sono le loro necessità? Qual è la domanda più frequente? Come le aiutate?

Alessandro Colnago
Hanno senz'altro bisogno di rimanere competitivi e di arrivare su un mercato sottolineando il valore aggiunto di tutto quello che è Made in Italy. E per farlo le aiutiamo prima di tutto analizzando la propria situazione, quindi cercando di posizionare il proprio servizio e prodotto tra i concorrenti in America e soprattutto sfruttando dei protocolli doganali che tutte le aziende italiane hanno a disposizione se fanno il passo verso il mercato e aprono la propria filiale sul posto. Perché in realtà esistono delle strategie che si possono utilizzare e sono sempre esistite per fare fronte anche a questo 15% dell'ultima negoziazione.

Emerick De Narda
Mi faccia qualche esempio.

Alessandro Colnago
In sostanza ci sono due protocolli che si possono usare in queste situazioni e sono il protocollo della prima vendita, per cui la filiale dell'azienda italiana, quindi chiamiamola per esempio la Denarda S.P.A., che esporta verso la Denarda Corporation, la propria filiale americana. E in questo scenario la Corporation può pagare i dazi non sulla fattura della Denarda S.P.A., ma sulla fattura dei fornitori della Denarda S.P.A., che avranno ovviamente venduto alla Denarda S.P.A. a un valore inferiore. E quindi questa è una strategia molto efficace.

Emerick De Narda
Quindi il valore aggiunto, il valore di trasformazione che esercita la Denarda S.P.A. in Italia non viene calcolato poi nei dazi della Denarda Corporation americana, ma devo solo pagare i dazi rispetto alla merce o a quello che mi hanno dato i fornitori. Molto interessante! 

Alessandro Colnago
E la seconda strategia, ancora meno conosciuta, è quella del costo industriale che permette alla Denarda Corporation di pagare i dazi non sulla fattura commerciale della Denarda S.P.A., ma su un valore che è calcolato ad hoc, che riflette il costo industriale del valore prodotto in Italia. Quindi anche qui c'è un vantaggio netto rispetto al costo che di solito la Denarda Corporation andrebbe a considerare.

Emerick De Narda
Queste sono piccole technicalities interessanti. E praticamente mi faccia capire, ma io devo avere una base in America, ma mi basta un piccolo ufficio, perché poi alla fine è una partita di giro a livello contabile. Cioè non è che ho bisogno di chissà cosa per poter approfittare di questi due sistemi?

Alessandro Colnago
Tante PMI si spaventano dell'idea di avere una filiale negli Stati Uniti, ma in realtà gestire una filiale americana comporta un peso economico e amministrativo molto inferiore rispetto a quello del gestire una SRL media italiana. Quindi con questa strategia, se ovviamente il mercato americano interessa, si può sfruttare da un lato la fortissima domanda che c'è sempre stata e c'è ancora oggi da parte dei consumatori di ogni livello, quindi privato e industriale, e dall'altra parte una minimizzazione dei dazi all'ingresso.

Emerick De Narda
Mi ha convinto, restando al nostro esempio, la Denarda S.P.A. vuole fare tutte le cose con la Denarda Corporation, chiamo la ExportUSA e voglio parlare con lei. In quanto tempo mi fate tutte le cose per poter partire poi effettivamente? Quanto ci mette una PMI?

Alessandro Colnago
In linea con la snellezza della burocrazia americana, la filiale si può aprire, può essere operativa in circa tre settimane, quindi un tempo estremamente breve, e si può essere sul mercato quindi in un mese.

Emerick De Narda
E una volta che sono sul mercato, per ora abbiamo sempre parlato della questione dazi e del trasferimento merci tra società italiana e controllata americana. Ma poi una volta che magari io voglio iniziare anche un sistema produttivo in America, ho dei vantaggi, ci sono delle possibilità? Qua stiamo parlando della Denarda Corporation vera e propria, a livello proprio di spinta di business, gli americani sul business sono i numeri uno per quanto spingono e tutto, che vantaggi posso avere io?

Alessandro Colnago
Senz'altro, prima di tutto pensare di produrre o assemblare negli Stati Uniti non significa delocalizzare dall'Italia e privare posti di lavoro all'Italia o impatto economico all'Italia, significa semplicemente espandersi e duplicare parte della propria produzione sul territorio. E a fronte di questo gli Stati Uniti offrono una serie veramente importante e attraente di vantaggi economici come crediti fiscali, rimborsi per gli investimenti sul territorio, training gratuito alle risorse e un clima economico burocratico molto molto favorevole.

Emerick De Narda
Stavo dando un'occhiata ai vostri servizi sul exportusa.us, vediamo un po' se c'è qualcosa di interessante: abbiamo "Costituzione società e compliance", quindi fate tutto voi?

Alessandro Colnago
Sì, in questo momento le aziende italiane ci chiamano per avere una panoramica strategica rispetto alla propria situazione di ingresso al mercato e di sviluppo, soprattutto alla luce delle ultime negoziazioni sui dazi. E da lì di solito partiamo per creare un assetto, che sia un assetto internazionale o che sia un assetto locale, per farle diventare più competitive e soprattutto per gestire il gruppo in maniera fiscalmente e operativamente intelligente.

Emerick De Narda
Sempre branding, branding, branding? All'americana?

Alessandro Colnago
Il branding è una delle parole d'ordine, senz'altro. Ormai dire Made in Italy non basta più per convincere il cliente americano a comprare. Ci sono dei piccoli ostacoli sulla fiducia e anche sul modo di fare business in America, che è diverso rispetto a quello all'Italia. Dunque in questo contesto avere una forte comunicazione, una forte identità di brand è fondamentale per essere memorabili.

Emerick De Narda
E poi oltre al branding, come si fa business in America? Spieghiamolo alle tante PMI che ci ascoltano

Alessandro Colnago
Senza dubbio la prima cosa da verificare è la compliance a livello di prodotto o di soluzione. Quindi interfacciarsi con le agenzie americane che possono avere la giurisdizione su quello che si vende, dal food alla moda ai liquori, piuttosto che ai prodotti industriali. Una volta che si è certi che il proprio prodotto, così come lo si fa in Italia, può essere esportato, allora si passa alle attività più strategiche e operative. Quindi cercare di capire chi sono i concorrenti americani, come vendono e a quali prezzi vendono, e inserirsi tra di loro a seconda del proprio posizionamento.

Emerick De Narda
Insomma, pure con i dazi al 15% c'è la possibilità, volendo, di andare a lavorare con gli americani, le soluzioni si trovano.

Alessandro Colnago
Finché il mercato americano mantiene un sentimento di consumo positivo e i dati economici, che sono trimestre dopo trimestre, sempre più positivi, allora c'è la giustificazione per fare questi passi aggiuntivi, avvicinarsi al cliente americano e strutturare il proprio gruppo in modo che funzioni.

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